“Il pubblico sceglierà i vincitori”. Incontro con Marco Müller per la presentazione del Festival Internazionale del Film di Roma 2014

Nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della nona edizione del Festival del Cinema di Roma che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre. All’incontro sono intervenuti, oltre a Müller, il direttore generale Lamberto Mancini, l’assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera e l’assessore alla cultura di Roma Capitale Giovanna Marinelli

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Nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della nona edizione del Festival del Cinema di Roma che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre. Il programma di quest’anno è ricco e variegato e coincide con le intenzioni del direttore artistico Marco Müller di tornare allo spirito originario di Festa. Il vero protagonista dell’evento sarà infatti il pubblico, che sostituirà la giuria di addetti ai lavori assegnando i premi delle diverse sezioni (Cinema d’Oggi, Mondo Genere, Cinema Italia Fiction e Documentario). Ad aprire e chiudere la manifestazione ci saranno due commedie: Soap Opera di Alessandro Genovesi e Andiamo a quel paese di Ficarra e Picone. Tre, invece, i film italiani in concorso: Biagio di Pasquale Scimeca, La foresta di ghiaccio di Claudio Noce e I milionari di Alessandro Piva. Tra gli ospiti internazionali vedremo Richard Gere, Kevin Costner, Clive Owen, Takashi Miike, Wim Wenders e Joe Dante, che presenterà la retrospettiva sul cinema gotico italiano Danze macabre. All’incontro sono intervenuti, oltre a Müller, il direttore generale Lamberto Mancini, l’assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera e l’assessore alla cultura di Roma Capitale Giovanna Marinelli.

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Lidia Ravera: La nona edizione sarà diversa dalle precedenti. La classica giuria di addetti ai lavori sarà sostituita da una ben più passionale giuria costituita dagli spettatori. Quest’anno botteghino e festival coincideranno e vincerà il film preferito dal pubblico e non dalla critica. La rigidità è un lusso che non possiamo permetterci. Cadono gli steccati, cambiano le tecnologie, ma resta la ricerca della qualità. Si vedranno buoni film, film di paesi lontani, film che ci faranno scoprire nuovi autori. Quest’edizione darà spazio al cinema di qualità, ai talenti, alle cinematografie straniere e ai linguaggi altri. È importante investire sempre di più sul cinema e l’audiovisivo perché è un’industria fiorente.

Giovanna Marinelli: La Festa nasceva dall’idea che tra le parole Roma e cinema ci fosse una consanguineità che doveva trovare nella festa appunto la sua consacrazione. Il brand è riuscito ad affermarsi malgrado la crisi. Siamo a un’edizione di transizione in cui torna forte quest’idea. Le istituzioni, Roma capitale, la Regione Lazio e il MiBACT, sono chiamate a dare una linea guida per il futuro e garantire con il loro intervento un’omogeneità. Cinema e tv vivono un intreccio che non ha più confini netti e identificabili. Grazie al cinema e alla fiction Roma ha una dimensione forte. Nasce qui ad esempio il nesso tra audiovisivo e turismo. Basti pensare a La grande bellezza che aveva come protagonista Roma. E poi la vittoria di Sacro GRA a Venezia è stata vista come un grande omaggio alla nostra città. Dalla via Veneto di Fellini alle periferie di Pasolini, ci sembra giusto che oggi si sia arrivati a celebrare Roma con questi due film. Il cinema ha saputo insomma essere Lumiere e Méliès, alto e basso, arte e consumo. E siamo convinti che il Festival/Festa di Roma raggiungerà spettatori e appassionati.

Marco Müller: Credo molto nell’idea del voto del pubblico. A Roma potremo verificare ancora una volta, grazie al voto degli spettatori, l’esistenza di un bacino di pubblico per i documentari, l’opportunità di regalare alle opere prime e seconde una ben più lunga tenuta in sala, la possibilità di recuperare una quota di mercato anche per il cinema dei paesi lontani. Si è parlato molto della liceità o meno di aprire e chiudere il festival con il cinema comico. Abbiamo una bella diversificazione tra la rinascita della commedia garbata con Soap Opera di Alessandro Genovesi e lo spirito ribaldo che si incarna nel film di Ficarra e Picone Andiamo a quel paese.
Per quanto riguarda il programma, dopo Soap Opera ci sarà l’anteprima mondiale di Wir sind jung. Wir sind stark di Burhan Qurbani, film tedesco sui moti xenobi del 1992 a Rostock. Il 16 ottobre ricorrerà anche l’anniversario della deportazione degli ebrei romani dal ghetto e verrà proiettato My Italian Secret di Oren Jacobi che ha lavorato su come alcuni gruppi di queste comunità si sono salvati grazie a degli eroi italiani. Nella stessa giornata avremo un grande evento in 3D e stiamo lottando per strappare alla censura cinese un film interpretato da una grande attrice cinese. Il secondo giorno Clive Owen presenterà The Knick, la serie firmata da Steven Soderbergh. Sabato incontreremo Rooney Mara e i protagonisti di Trash di Stephen Daldry. Poi Takashi Miike ritirerà il Maverick Director Award. Domenica ci sarà Richard Gere con Time Out of Mind di Oren Moverman. Lunedì sarà la volta degli Spandau Ballet e di Walter Salles che riceverà il Marc’Aurelio alla carriera. Molto interessante anche Alice nella Città con Black and White, diretto da Mike Binder, che riporterà Kevin Costner a Roma.

Qual è lo spazio che il Festival dedicherà al cinema italiano?

Marco Müller: Anzitutto abbiamo i tre film in concorso, che sono molto diversi tra loro. Da una parte c’è il cinema di genere con I milionari di Alessandro Piva. Ne La foresta di ghiaccio di Claudio Noce troviamo un progetto di frontiera con elementi di genere. Il terzo, Biagio di Pasquale Scimeca, è molto rosselliniano. La commedia ritorna il primo sabato con Buoni a nulla di Gianni Di Gregorio che completa la trilogia iniziata con Pranzo di ferragosto. Avremo poi Tre tocchi di Marco Risi, un film di Antonello Sarno sul liceo Giulio Cesare ed Enrico Lucherini che torna sul tappeto rosso con un documentario di Marco Spagnoli. Molto interessante anche la sezione Prospettive Italia, che vede Last Summer di Leonardo Guerra Seràgnoli, film parlato in inglese e giapponese, scritto da Banana Yoshimoto e interpretato da Rinko Kikuchi.

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