"Il quaderno della spesa", di Tonino Cervi

Opera stanca e polverosa, “Il quaderno della spesa” suona come un romanzo d'appendice pubblicato sul giornale sbagliato e sicuramente avrebbe avuto migliore fortuna se inserita in un contesto ad essa più affine come quello televisivo.

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Primo Novecento, Lucca, Augusto Pavinato è uno scrittore di successo in preda alla sindrome del foglio bianco che da anni non gli consente di concludere il suo 'nuovo capolavoro'. Antonia è una cuoca raffinata e colta, conoscitrice di Tolstoj, Zola e Goethe e autrice 'silenziosa' di un vivace romanzo sul bel mondo, celato tra le pagine del suo 'quaderno della spesa'. Il suo incontro con Pavinato sarà il principio di un grande amore passionale e tragico che spargerà sangue e lacrime, nascondendo nella coda gocce di veleno. Ad una prima occhiata quello appena descritto potrebbe suonare come il plot di uno dei celeberrimi 'teleromanzi' di Anton Giulio Majano degli anni Cinquanta ma in realtà è l'ultimo film di Tonino Cervi e Rodolfo Sonego. Scomparsi prima che la loro opera arrivasse nelle sale, i due autori (già artefici de L'avaro con Alberto Sordi) hanno forse davvero immaginato il loro 'quaderno della spesa' avendo in mente illustri esempi della produzione fiction del passato. Il ritmo lento, l'opulenza dei costumi e delle scene, la ridondanza delle musiche, la convenzionalità dei personaggi sembrano infatti avvicinarsi più a certa produzione televisiva, anche recente, o alla fissità delle opere di James Ivory (Quel che resta del giorno escluso s'intende). La scrittura di Sonego procede per figure stereotipate come quella dell'intellettuale frustrato (Pavinato), del timido innamorato (il giudice Di Giacomo), del giovane rampante e subdolo (Mantegna), del maniaco sessuale (Conte Celi Sanguineti), limitandosi a 'rifinire' solo quella di Antonia. Pur sfaccettato e sostenuto dalla convincente recitazione da film muto della Muni, il personaggio di Antonia soccombe però all'interno di un marasma narrativo in cui vengono alternati toni e soluzioni in assenza di un concreto punto di riferimento. Alcune scene poi risultano davvero improbabili come quella (grottesca) della festa durante la quale il giudice Di Giacomo dichiara la sua passione per Antonia e quella d'amore tra Pavinato e Antonia ripresa con luce e ralenti brassiani. Opera stanca e polverosa, Il quaderno della spesa suona come un romanzo d'appendice pubblicato sul giornale sbagliato e sicuramente avrebbe avuto migliore fortuna se inserita in un contesto ad essa più affine come quello televisivo.

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Regia: Tonino Cervi
Sceneggiatura: Rodolfo Sonego
Fotografia: Daniele Nannuzzi
Montaggio: Antonio Siciliano
Musica: Vince Tempera
Scenografia: Carlo Gervasi
Costumi: Alessandro Lai
Interpreti: Emanuela Muni (Antonia), Gabriele Lavia (Augusto Pavinato), Claudio Bigagli (Giudice Di Giacomo), David Sebasti (Giuliano Mantegna), Domiziana Giordano (Armida), Laura Betti (Contessa Celi Sanguineti), Andy Luotto (Camerotto), Francesco Guzzo (Conte Ronaldo Celi Sanguineti), Carlo Croccolo (Cavalier Angelo Marconi)
Produzione: Splendida Produzioni Internazionali, Rai Cinema
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Durata: 96'
Origine: Italia, 2002


 

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