Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani, di Zack Snyder

il regno di ga'hoole - la leggenda dei guardiani
Nell’anno della rinascita del fantasy, Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani narra, come già Aiuto Vampiro, di quel paradosso dove il Cinema, con la sua moltiplicazione di mondi, diventa rivelazione del vuoto. Bisogna fare allora un passo indietro: precedenti al Cinema ci sono le storie. Ed è proprio da qui che Zack Snyder ricomincia, dai primi tre libri della saga di Guardians of Ga’Hoole, in viaggio d’animazione in 3D che esplora l’origine del Mito
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il regno di ga'hoole - la leggenda dei guardianiNon era affatto facile lasciarsi dietro le spalle un film come Watchmen, Zack Snyder lo sapeva bene, forse fin dal momento in cui aveva iniziato il suo "viaggio dalla fine del mondo", attraverso le traiettorie, sempre troppo umane, dei celeberrimi supereroi di Alan Moore e Dave Gibbons. E allora re-inizia dall’Apocalisse, dalla fine del mondo appunto, con un film d’animazione in computer grafica, dove la digitalizzazione dell’immagine è il compimento della cancellazione della materia. Ne Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani lo scenario non tenta di superare la realtà per farsi corpo dell’immaginario fantastico, ma rimanda alla geografia di un mondo ancora (o di nuovo) da farsi. Ecco quindi che le geometrie spaziali attraversate dal volo mozzafiato dei rapaci notturni in 3D, che Snyder cavalca in tutta la loro bellezza, non posseggono più (e come potrebbero?) il nitore carico di morte della terra calpestata dai 300 spartani guidati da Leonida. No, dopo l’avvento dell’Apocalisse, l’immagine del mondo a venire è un’immagine sfocata, imprendibile. Una volta abbandonate le cavità dell’albero natale, quello del barbagianni protagonista è un volo sopra un paesaggio che deve ancora venire. Nè morto, nè vivo. Eppure non tutto è andato perduto. Nell’anno della rinascita del fantasy – con un profluvio di pellicole, L’ultimo dominatore dell’aria, Scontro tra Titani, Prince of Persia, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, L’apprendista stregone, Land of the Lost, Adèle e l'enigma del Faraone e, perchè no?, anche Robin Hood -, Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani narra, come già Aiuto Vampiro, di quel paradosso dove il Cinema, con le sue fantasmagorie e la sua moltiplicazione di mondi, diventa rivelazione del vuoto. Bisogna fare allora un passo indietro: precedenti al Cinema ci sono le storie, non a caso Watchmen si chiude su quelle cronache
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il regno di ga'hoolerecapitate al futuro. Ed è proprio da qui che Zack Snyder ricomincia, dai primi tre libri della saga di Guardians of Ga’Hoole della scrittrice statunitense Kathryn Lasky, dove sono immortalate le gesta di Soren, il piccolo barbagianni che, dopo esser stato rapito dagli spietati gufi dell’Abbazia di Sant’Egolio e tradito dal fratello Kludd, deve apprendere l’arte del volo per spingersi oltre i confini del mondo conosciuto, fino all’origine dei sogni, verso il leggendario Grande Albero di Ga’Hoole, che nessuno ha visto, ma che vive in quel sapere ancestrale tramandato di padre in figlio. E una volta giunto a destinazione, Soren deve imparare a farsi portarore del Mito (l’immagine più nitida del film è proprio l’antro di Ezylryb, dove l’eroe del passato conserva quel testo, magnificamente aperto, che raccoglie le leggende in divenire) e si unisce ai Guardiani, gli unici in grado di opporsi alla potenza distruttiva eletta a filosofia di vita dai Puri guidati da Metal Beak. Ricordare quanto è stato raccontato è viverlo sulla propria pelle e farlo ri-vivere al Mondo, i protagonisti alati de Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani non si stancano mai di ripeterlo, ecco perchè i Puri sanno che la fine dei regni dei gufi può attuarsi solo per mezzo dell’abbaglio lunare, che cancella la memoria di sè e della Storia. Le storie sono i cardini dell’universo, "la struttura ossea che permette di reggerne il senso, al pari degli esseri viventi". Anche se forse, nel caso di Zack Snyder, è più giusto parlare di Mitologia e non di storie, per questo Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani è disseminato di archetipi, più che di personaggi. Il Guerriero, lo Scout, il Navigatore, il Leader e il Cuore, così lo Sciamano saluta la squadra di viaggiatori diretti verso il Grande Albero di Ga’Hoole. E ancora il Maestro, il Giusto, la Vendetta, il Distruttore. Il Cinema non può immaginarsi come il regno di ga'hoolesuperamento salvifico delle nostre morti, è vero, ma può farsi iconografia del Mito, che nella sua trasversalità temporale, quasi fosse dotato di una quarta dimensione inconoscibile eppure percepibile, diventa la nervatura necessaria per tramandare la vita. Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani è un viaggio dentro l’origine del Mito, per Snyder bisogna ripartire da esso per (ri)costruire il Mondo. E il Mito inevitabilmente si attua attraverso la carne, attraverso la fragilità di quegli esseri viventi che, tutti insieme, proprio come in 300, là umani, qui uccelli rapaci, sorreggono il futuro con le loro perdite, con le loro storie di quotidiana ed epica lotta per la sopravvivenza. Solo le passioni, nella loro magnifica imperfezione, resistono alla degenerazione della materia, ecco perchè il percorso di formazione di Soren si compie attraverso uno sguardo che per vedere non usa gli occhi, ma il “ventriglio”, ossia la pancia e il cuore, e in tal modo diventa capace di dare un nome e un corpo a ciò che esiste solo in potenza.
 
 
 
 
Titolo originale: Legend of the Guardians: The Owls of Ga’Hoole
Regia: Zack Snyder
Interpreti: (voci originali) Jim Sturgess, Ryan Kwanten, Helen Mirren, David Wenham, Anthony LaPaglia, Emily Barclay, Geoffrey Rush – (voci italiane) Marco Vivo, Flavio Aquilone, Ada Serra Zanetti, Emiliano Coltorti, Alberto Angrisano, Erica Necci, Angelo Nicotra
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 99’
Origine: USA/Australia 2010
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