"Il silenzio dell'allodola", di David Ballerini

Avvalendosi di una regia energica e di una recitazione equilibrata, il film colpisce in modo epidermico, mostrando efficacemente tutte le violenze subite dal personaggio principale.

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Il mito cui si allude nel titolo di questo film è quello di un ragazzo, Bobby Sands, che come tanti altri giovani repubblicani irlandesi degli anni '70 frequentava gli ambienti dell' IRA. Come molti, Bobby viene arrestato, costretto a confessare un crimine che non aveva commesso, e sbattuto in isolamento. Il regista e sceneggiatore David Ballerini compie attraverso il personaggio di Bobby (Ivan Franek, già protagonista di Brucio nel vento di Soldini) una riflessione più ampia su tutte quelle occasioni in cui in nome di un'ideologia si finisce per accanirsi sul prossimo puntando al suo annientamento.

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Attraverso la trasfigurazione filmica il protagonista non è più un personaggio storico in senso stretto e la pellicola evita così il pericolo di divenire didascalica e documentaristica, per avventurarsi in un discorso più interessante sul significato del martirio e della lotta contro un certo sistema. Avvalendosi di una regia energica e di una recitazione equilibrata, il film colpisce in modo epidermico, mostrando con efficacia tutte le violenze subite dal personaggio principale e contribuendo a far crescere l'indignazione dello spettatore. Ballerini sfuma il fatto storico, lascia da parte la tentazione documentaristica e gioca il senso della messa in scena nell'alternanza di corpo e volti, nella cronologia di un racconto di vita vissuta.


Come lo stesso regista ha infatti recentemente dichiarato: "La storia di Bobby Sands in verità è la storia di un uomo che è voluto diventare un mito, un martire morto per dichiarare la propria verità. Per questo ho posto tutta la vicenda al di fuori del mero contesto storico. Ovviamente ho lasciato dei parallelismi fra la sceneggiatura del film e la vicenda reale, perché anche il contesto storico ha la sua importanza, ma quello che volevo era andare oltre la "Storia"…

Regia: David Ballerini


Interpreti: Ivan Franek, Marco Balliani, Flavio Bucci, Anna Maria Gherardi, Roberto Ceccacci


Distribuzione: Revolver


Durata: 96'


Origine: Italia, 2005


 

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    Un commento

    • Pierstefano Durantini

      Ho apprezzato molto la libera ricostruzione della vicenda di Bobby Sands. Mi è piaciuta tanto la dimensione onirica del suo calvario. Forse Franek, il protagonista, ha forzato troppo, a volte, la sua interpretazione, ma certo non era semplice, vista l'intensità dell'esperienza. Ottima invece la fotografia e le inquadrature, le ho apprezzate parecchio. Bravi Baliani e Bucci, anche se mi ha lasciato interdetto la parte finale sulla loro omosessualità (anche se ne ho compreso lo scopo). Interessante pure la colonna sonora, nonché le scenografie, semplici e essenziali. Anche io immaginavo la prigionia in quel modo. Insomma ritengo che questo lavoro meritava ben altre fortune.