In the Fire, di Conor Allyn
Il sospetto d questo thriller soprannaturale è quello di un’operazione concepita in primis per risollevare le sorti dell’attrice, dopo le vicissitudini giudiziarie con Johnny Depp

In the Fire è un thriller soprannaturale in costume presentato lo scorso giugno al Taormina Film Festival. Una psichiatra americana vedova e senza figli (Amber Heard) viene chiamata in una ricca fattoria in Colombia, a risolvere il caso di un bambino disturbato (McGovern Zaini). A contattarla era stata la madre del piccolo preoccupata anche dalle sempre più insistenti accuse da parte del predicatore locale e dai contadini, tormentati da misteriosi eventi avversi, che il piccolo fosse il diavolo. Quando la dottoressa arriva, scopre che la madre del ragazzino è morta e che il padre stesso (Eduardo Noriega, attore di Alejandro Amenábar) ha iniziato a credere alla possibile possessione del bambino. Mentre la donna tenta una psicoanalisi del giovanissimo paziente, gli eventi nefasti si intensificano e la sua “cura” diventa una corsa per salvare il piccolo dalla furia dei concittadini…
In the Fire è ispirato ad un fatto di cronaca di fine Ottocento, quando appunto la psicanalisi non era ancora considerata una scienza, soprattutto poi se praticata da una donna.
Per la protagonista quindi sarà un’esperienza segnante da tutti i punti di vista, professionalmente e umanamente, lottando senza tregua tra fede e scienza. Non solo dovrà salvare il bambino e la sua famiglia, ma anche se stessa. I poteri extrasensoriali nei bambini è tema alquanto ricorrente al cinema, ma stavolta non sembra esserci la forza necessaria per coinvolgere pubblico e critica. In effetti, ciò che salta maggiormente agli occhi è invece la volontà della produzione di offrire alla protagonista Amber Heard un’occasione di rivalsa artistica, dopo le vicissitudini giudiziarie con Johnny Depp. Tra l’altro il film è stato girato proprio nel bel mezzo del processo che ha condizionato pesantemente la carriera dell’attrice. In the Fire è un’opera indipendente che paradossalmente pecca proprio sulle peculiarità stilistiche e narrative più libere e coraggiose. La convenzionalità creativa nel raccontare una storia potenzialmente molto interessante lascia perplessi e si evidenziano stereotipi sociali e storici piuttosto scontati.
Peccato perché l’ambientazione è molto affascinante, con alcune inquadrature paesaggistiche e naturalistiche davvero suggestive. Non basta a risollevare le sorti generali e la scena che maggiormente ritorna in mente come emblema dell’indecisione da parte del regista Conor Allyn è quella in cui appare la prima volta il bambino. Nella sua stanza, con un campo largo si vede lui di spalle e la psichiatra avvicinarsi per presentarsi, accompagnata dal prete del paese. Una scena “scarica” e senza chiarezza di intenti, nonostante si stesse concretizzando il primo fatidico incontro, immaginato nel mistero più ambiguo e magari carico della necessaria suspense. A mancare è proprio il fuoco, in fondo, quel fuoco che arde lentamente e inesorabilmente emozioni e passioni, in cui ci si consuma per una causa. Nonostante la sferzante drammaticità degli eventi, sembra proprio che del fuoco resti soltanto quel fatuo ardere rapidamente, tanto da incenerirsi senza lasciare tracce.
Titolo originale: id.
Regia: Conor Allyn
Interpreti: Amber Heard, Eduardo Noriega, Lorenzo McGovern Zaini, Luca Calvani, Sophie Amber
Distribuzione: RS Productions
Durata: 87’
Origine: USA, 2023