Le nuove ‘piccole donne’ di Greta Gerwig

Ritornano sul grande schermo le vicende delle donne March, interpretate da un cast stellare capitanato da Laura Dern e Meryl Streep, insieme a Saoirse Ronan, Emma Watson, Eliza Scanlen, Florence Pugh

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Cresce l’attesa per il settimo adattamento cinematografico del celebre romanzo di Louisa May Alcott: Piccole donne, secondo lungometraggio diretto dalla regista, sceneggiatrice e attrice Greta Gerwig (candidata agli Oscar e vincitrice del Golden Globe al miglior film commedia o musicale per Lady Bird, 2017) uscirà nelle sale statunitensi dal 25 dicembre 2019 e in quelle italiane dal 30 gennaio 2020.

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Essendo distribuita a ridosso della più prestigiosa notte hollywoodiana (quest’anno anticipata al 10 febbraio), è inevitabile interrogarsi sin da ora sulle probabili candidature della pellicola ai premi più rinomati. Sicuramente complice di un successo annunciato è la rosa di grandi nomi annoverati nel cast: accanto alle star indiscusse Laura Dern e Meryl Streep (che interpretano rispettivamente la saggia madre Marmee e la vecchia zia March), troviamo il talento emergente di Timothée Chalamet (Call Me by Your Name, Lady Bird,  The King), nel ruolo del vicino di casa e amico Theodore “Laurie” Laurence, mentre Louis Garrel (The Dreamers, Il mio Godard – Le redoutable, J’accuse) interpreta la parte del futuro marito di Jo, Friedrich “Fritz” Bhaer. Quattro giovani promesse del cinema contemporaneo vestono i panni delle protagoniste, le sorelle March: Emma Watson (Harry Potter, Beauty and the Beast) è la giudiziosa e matura Meg; Saoirse Ronan (Espiazione, Brooklyn, Lady Bird) è Jo, aspirante scrittrice fiera e indipendente; Eliza Scanlen (Babyteeth) è la timida e spontanea Beth; Florence Pugh (The Falling, Lady Macbeth, Midsommar) è la piccola Amy, talentuosa ed eccentrica pittrice.

Il romanzo di formazione del 1868, ormai considerato un classico della letteratura, ha esercitato da sempre un irresistibile fascino sul mondo cinematografico, sin dai tempi del muto (le prime versioni di Little Women furono quelle di Alexander Butler nel 1917 e di Harley Knowles nel 1918): tra le numerose trasposizioni ricordiamo quella del 1933, diretta da George Cukor (con Katharine Hepburn, vincitrice della Coppa Volpi a Venezia per l’interpretazione di Jo) e il “remake” di Mervyn LeRoy del 1949 (con Elizabeth Taylor  a dar volto ad Amy). Dopo quasi cinquant’anni (nel 1994) la regista australiana Gillian Armstrong riporta la storia sul grande schermo, dando alle ragazze March le iconiche sembianze di Winona Ryder, Trini Alvarado, Claire Danes, Samantha Mathis con Kirsten Dunst nei panni di Amy da piccola); al loro fianco Susan Sarandon, Mary Wickes, Christian Bale e Gabriel Byrne. 

Le vicende sono state adattate anche per il piccolo schermo, in uno sceneggiato Rai del 1955 e negli anime giapponesi Piccole donne (1981), Una per tutte, tutte per una (1987), Una classe di monelli per Jo (1993). Nella miniserie della BBC del 2017, la più recente, Angela Lansbury è zia March e Michael Gambon è James Laurence.

Nella versione in uscita, sceneggiata dalla stessa Gerwig, la narrazione si sviluppa in maniera più tematica che cronologica, concentrandosi principalmente sull’età adulta delle piccole−grandi eroine quotidiane.

Ciò che rende quest’opera così amata e ancora oggi impiegata nelle produzioni cinematografiche è sicuramente la sua profonda attualità e il carattere universale: le protagoniste vengono poste di fronte a difficoltà e ostacoli da affrontare nel percorso di crescita che le porta ad affermarsi come donne e come individui nella società, continuando a inseguire i propri sogni, senza mai perdere le speranze. Il pubblico prova simpatia, disaccordo o compassione verso le figure delineate, viene coinvolto e tende a immedesimarsi in esse. La componente emozionale risulta fondamentale per la buona riuscita di un racconto del genere, autentico e vibrante di sincera femminilità.

«Spero che il mio Piccole donne restituisca i sogni, le emozioni e le lezioni di vita che ho fatto mie quando ho letto per la prima volta il romanzo di Louisa May Alcott. Il libro ha più di centocinquanta anni, ma sa parlare ai cuori di oggi».

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