"Manuale d'amore", di Giovanni Veronesi

Vi aspettate una stroncatura? Allora passate oltre: questa è una commedia che funziona, frutto del lavoro di Aurelio De Laurentiis e di un cast che sa il fatto suo e inscena le quattro stagioni della vita sentimentale di una coppia. Come dite? Veronesi è il regista di "Che ne sarà di noi" e c'è pure Silvio Muccino? Avete ragione, eppure…

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A come Aurelio… Aurelio De Laurentiis! Basta sentirlo parlare di Manuale d'amore in conferenza stampa e ti rendi conto che sostanzialmente il film è suo. Sì, d'accordo, dietro la macchina da presa c'è Giovanni Veronesi, ma – considerando certi svarioni precedenti (da Il mio West a Che ne sarà di noi), in grado di farci venire l'orticaria al solo pensiero d'averli visti – è meglio far finta di niente, altrimenti passa la voglia d'essere onesti e parlar bene di questo suo nuovo film. Aurelio, dicevamo: anche qui bisogna andarci piano, perché è pur sempre il responsabile delle natalizie incursioni di Boldi&DeSica e rischiamo di far in…cavolare quella parte di lettori puristi che dio ci fulmini se ci capita (come infatti ci capita…) di farcele piacere… E invece: Aurelio! Aurelio De Laurentiis è uno che si mette a tavolino e fa il suo mestiere: prende un vecchio abbozzo di soggetto rimasto in un cassetto dai tempi in cui aveva sotto contratto Vincenzo Cerami, lo mette in mano al regista che gli ha appena girato un film pessimo (alla faccia della valanga di nomination al David di Donatello) ma di grande successo come Che ne sarà di noi, glielo fa elaborare in porzioni narrative sostanzialmente indipendenti (che non si parli però di "episodi", altrimenti prende un sapore d'antan e al pubblico non piace!) e poi va a caccia d'attori per regolare le manopole del vapore e dare la giusta spinta alla macchina. Parte allora da Verdone, che ha in esclusiva ma che ultimamente come regista funziona un po' a singhiozzo, gli affida il segmento dell'Abbandono e gli lascia mano libera per costruirsi il suo personaggio in chiave crepuscolare. Poi prende Silvio Muccino, l'attor giovane che gli ha appena fatto incassare le paghette degli adolescenti ed è diventato una piccola star (prova provata dell'esistenza dei miracoli!), gli mette accanto Jasmine Trinca, strappandola alle grinfie autoriali di Moretti e Giordana, e li fa girare attorno all'Innamoramento. Restavano da coprire le fasi intermedie del Manuale d'amore, quelle della Crisi e del Tradimento, sicché ottiene il sì della ex autentica coppia Rubini/Buy per raccontare la prima (che fa un po' "reality show") e pensa bene di rimettere insieme per il secondo l'accoppiata Luciana Littizzetto/Dino Abbrescia, che già funzionava in Se devo essere sincera di Ferrario. A ognuno di loro concede lo spazio per lavorare concretamente sul suo personaggio, tanto a scrivere la sceneggiatura e a elaborare il tutto c'è il fido Veronesi in accoppiata con Ugo Chiti e…  E il gioco è fatto! Manco a dirlo – anzi: manco a pensarlo… – Manuale d'amore arriva sugli schermi pasquali ed è la classica commedia che funziona: il ritmo è buono, in varia e giusta sfumatura tra la tenera risata della prima parte, il nervoso cinico della seconda, il furente ironico della terza e il malinconico buffo del finale verdoniano; l'alchimia degli interpreti equilibra il richiamo di un pubblico d'ogni genere e età, e tiene insieme un ventaglio caratteriale piuttosto ampio; la sceneggiatura non sciupa una situazione né un dialogo; persino Veronesi regista si mette d'impegno… E non è questione di sbandierare la solita solfa della classica "commedia all'italiana", ché qui in realtà nessuno si guarda intorno e mette le mani sulla società: lo sfondo è inesistente, restano solo le figure che occupano l'intero spazio del film coi loro intrecci sentimentali e senza grande sforzo psicologico. Tutto sommato siamo in presenza di situazioni standard affidate a personaggi che non hanno una tridimensionalità emotiva tale da renderli complessi (l'unico che ci lavora un po' – giusto un po' – è Carlo Verdone). Ma in fin dei conti poco importa: questi son film che devono funzionare sulla semplice dinamica degli elementi e tanto basta. E poi, volete mettere? Stavolta hanno dato una regolata persino alla respirazione di Silvio Muccino: il ragazzo parla più piano, non va più in iperventilazione e si riesce anche a capire cosa dice… Che pretendete di più?

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Regia: Giovanni Veronesi
Interpreti: Carlo Verdone, Sergio Rubini, Margherita Buy, Silvio Muccino, Luciana Littizzetto, Jasmine Trinca, Dino Abbrescia
Distribuzione: Filmauro
Durata: 115'
Origina, Italia 2005


 

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