Miserere, di Babis Makridis
Una scrittura fredda e calcolata che riduce le emozioni a semplici esperimenti in vitro. E forse la compasione è stata estorta
Un uomo di circa 45 anni: un avvocato, vive con suo figlio adolescente in una casa benestante. Sua moglie è in coma ed è in ospedale da qualche tempo dopo un incidente. La tristezza causata da questo evento è diventata, naturalmente, l’elemento principale della sua vita, dandogli, però, anche un senso di piacere che diventa dipendenza. Il suo dolore, infatti, ha improvvisamente reso tutti compassionevoli nei suoi confronti: la vicina gli prepara tutti i giorni una torta, il titolare della lavanderia gli fa lo sconto, e tutti, compresa la sua dipendente allo studio legale sono ansiosi di consolarlo. In un certo senso, la sua vita non è mai stata migliore di adesso, la sua tristezza lo ha reso, finalmente, oggetto dell’attenzione altrui. Poi, un giorno, sua moglie si sveglia dal coma: il suo ritorno a casa rischia di cambiare radicalmente le cose e di fargli perdere tutte queste attenzioni. Inizia, allora, a inventare modi per continuare ad attrarre la pietà altrui, prima con qualche piccola ed innocente bugia, innescando un escalation che lo condurrà a perdere totalmente il controllo di se stesso.
Miserere è l’opera seconda di Babis Makridis che appartiene alla, cosiddetta, nouvelle vague greca del dopo crisi (che è crisi economica ma anche di sentimenti) e che trova, naturalmente, il suo massimo esponente in Yorgos Lanthimos, ormai astro nascente del cinema mondiale. Con Lanthimos, Makridis, condivide anche l’amicizia con Efthimis Filippou, co-sceneggiatore delle opere di entrambi.
Titolo originale: Oiktos
Regia: Babis Makridis
Interpreti: Yannis Drakopoulos, Evi Saoulidou, Pavlos Makrisis, Costas Xikominos, Makis Papadimitriou
Distribuzione: Tycoon Distribuzione
Durata: 97′
Origine: Grecia, Polonia, 2018