OMBRE ELETTRICHE – Queer Taiwan
Dopo il successo commerciale di un pugno di pellicole con tematiche gay, il nuovo cinema taiwanese ha iniziato a portare allo scoperto una generazione queer che non ha più paura di divertirsi e mostrarsi. Ecco uno sguardo approfondito sulla produzione più recente
L'emersione e presa di consapevolezza del movimento omosessuale a Taiwan, a livello mediatico, ha una data ben precisa: il 1983, anno di pubblicazione di Niezi/Crystal Boys di Bai Xianyong (tradotto da Einaudi come Il maestro della notte nel 2005). Il romanzo, intenso e lirico, racconta della presa di consapevolezza di un giovane omosessuale nella Taipei degli anni '60, in cui tutti i ragazzi la notte si ritrovano in un parco che diventa il loro regno segreto. Il libro è malvisto dalle autorità, ma diventa subito un successo clandestino, tanto che nel 1986 ne viene tratto un film, Niezi – Outcasts, di Yu Kan-ping, che lo trasforma però più in un saggio sulla ribellione al paternalismo che nella ricerca della propria identità sessuale. Bisogna aspettare il decennio successivo perché Ang Lee abbia lo spirito di affrontare apertamente la questione nel divertente Il banchetto di nozze (1993) e perché Tsai Ming-liang ricolori di allusioni Vive l'amour (1994) e sia più esplicito in Il fiume (1997).
Si arriva così al presente. Il cinema di Taiwan, sempre in crisi di fronte alle grandi produzioni estere, sembra aver trovato una propria dimensione nella messa in scena dell'universo giovanile, come dimostra l'enorme successo di Exit no. 6 (2006). In questo contesto, non pare finalmente più esserci senso di inferiorità e disparità per l'universo queer, che trova un suo posto al box office senza grandi salti di continuità. Go, Go, G-Boys! (Yu Jong-jong, 2007) riprende il modello Formula 17 per una commedia scanzonata e senza pretese, prodiga nel mettere in mostra gli aitanti protagonisti in una improbabile gara in costume da bagno. Drifting Flowers (2008) è la terza prova di Zero Chou, il suo film più maturo e personale, in cui la regista mette in scena tre storie di amore tra donne lievi e toccanti. L'ottimo trasferimento da digitale a 35mm e l'intensità di tre generazioni diverse a confronto con le proprie paure ne fanno un'ottima cartina di tornasole di una raggiunta maturità per l'intera scena. Fatto d'altra parte confermato da altre due pellicole: da un lato il film a episodi Candy Rain (Chen Hung-I, 2008), con le sue quattro storie di omosessualità femminile pienamente vissuta e praticata, senza patemi o voyeurismi; dall'altro Miao Miao (Cheng Hsiao-tse, 2008), presa di coscienza della propria sessualità e più classica tragedia della negazione, con l'intreccio tra l'attrazione tra due studentesse e il passato segreto del proprietario di un negozio di dischi. Go, Go, G-Boys! è una commedia senza troppi patemi, scanzonata, fatta per sentirsi bene; Drifting Flowers e Miao Miao sono riflessioni agrodolci, accompagnate da uno stile più elaborato; Candy Rain è infine sospeso tra immediatezza e stile da videoclip. Segni diversi e complementari di un avvenuto contagio, si spera ricco di nuove sorprese.
FILMOGRAFIA
GO GO G-BOYS!
paese: Taiwan
uscita: 2007
regia: Yu Jong-jong
interpreti: TAE (A-Hong), Tong Jian-kong (A-Shing), Yu Fat-yeung (Jay)
DRIFTING FLOWERS
paese: Taiwan
uscita: 2008
regia: Zero Chou
interpreti: Pai Chih-Ying (May), Serena Fang, Lu Yi-Ching (Lily), Sam Wang (Yen), Chao Yi-lan (Diego)
CANDY RAIN
paese: Taiwan
uscita: 2008
regia: Chen Hung-I
interpreti: Grace Chen (Pon), Belle Hsin (Jessie), Zhang Rong-rong (U), Waa Wei Ru-xuan (Lin), Niki Wu (Spancer), Kao Yi-ling (Summer), Karena Lam (Ricky)
MIAO MIAO
paese: Taiwan
uscita: 2008
regia: Cheng Hsiao-tse
interpreti: Ke Jia-yan (Miao Miao), Sandrine Pinna (Ai), Fan Chih-wei (Chen Fei), Wu Kang-ren (Bei)