Paolo Rossi – L’uomo. Il campione. La leggenda, di Fellini-Scolari

In sala da oggi, il documentario su Paolo Rossi ripercorre le principali tappe della carriera dell’attaccante ma non riesce a uscire da una forma documentaristica convenzionale.

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Un attaccante letale, un calciatore di livello mondiale ma soprattutto un uomo speciale. Gianluca Fellini e Michela Scolari dirigono il docufilm su uno dei giocatori di calcio italiani più amati di sempre. Paolo Rossi è molto più che un semplice calciatore e non solo perché il suo nome è legato indissolubilmente alla vittoria del Mondiale 1982. Al di là del suo talento e dei suoi successi, la carriera di Pablito ha rappresentato la metafora di un’Italia che cade ma che ha la forza di rialzarsi, nonostante le mille difficoltà.

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“Un campione è un sognatore che non si arrende mai” e Fellini e Storari partono proprio dai sogni di un bambino. La genesi del campione parte dalle strade di un paese in provincia di Prato dove, in mezzo a mille difficoltà, un giovanotto mingherlino sogna di diventare un calciatore professionista. La sua passione coadiuvata da una costanza ammirevole gli permette di essere scoperto dalla Juventus di Luciano Moggi, che a quindici anni lo porta a Torino. Nemmeno tre infortuni al ginocchio stroncano la carriera di Rossi che sa sempre come rialzarsi e a diciassette anni compie il suo esordio in Coppa Italia. La prima svolta della sua carriera avviene quando la Juventus lo spedisce in prestito al Vicenza, dove il giocatore instaura subito un legame speciale con squadra e proprietà. In tre anni porta la compagine veneta in Serie A e, la stagione successiva, fino al secondo posto della massima competizione. Arriva la prima convocazione in nazionale, l’epiteto Pablito, fino al caso calcio-scommesse che lo tiene fuori dal campo per due anni.

Ma neanche dopo questa batosta il campione si disunisce e, grazie anche al supporto dell’allenatore della nazionale Bearzot, parte per la spedizione del Mondiale 1982.

Qui il documentario di Fellini e Scolari si arresta e fa convergere le proprie forze per descrivere lo spazio di un tempo ristretto, destinato a diventare immortale. La consacrazione di Pablito, che lo consegna ai manuali/almanacchi di storia (del calcio) passa da quei giorni spagnoli. Ma la rivincita di Rossi è quella, più in grande, di una nazionale che, allargando ulteriormente il cerchio, rappresenta un’intera nazione. Più volte, durante i numerosi frammenti dell’intervista che gli viene fatta, Rossi sottolinea il clima di grande difficoltà e cambiamento che l’Italia si trovava ad affrontare. E, in questo senso, la vittoria di un gruppo di ventidue ragazzi (guidato dai gol di Rossi) ha rappresentato la rinascita di una nazione che ritornava, finalmente, ad alzare la testa.

Ecco perché Paolo Rossi è diventata un’unica espressione nel vocabolario italiano, spesso sinonimo di un riscatto collettivo, tutto italiano. Il film trova in questa metafora il proprio punto di forza che, per forza di cose, deve confrontarsi con la mancanza di un imprinting che gli permetta di uscire da una forma documentaristica forse un po’ convenzionale. La ricostruzione di Fellini e Scolari segue uno scopo contenutistico preciso. Manca la percezione di uno sguardo che è rappresentato forse solo una volta dal particolare degli occhi di Pablito, pieni di emozione mentre ritorna col pensiero a quel gol contro il Brasile un pomeriggio di luglio di tanti, forse troppi, anni fa.

 

Regia: Gianluca Fellini e Michela Scolari
Interpreti: Paolo Rossi, Antonio Cabrini, Roberto Baggio, Michelle Platini, Pelè, Maradona
Distribuzione: FilmIn’ Tuscany, 44 Production, Phoenix Worldwide Entertainment
Durata: 90′
Origine: Italia 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.8
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Il voto dei lettori
3 (1 voto)
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