Ring 2 – Il ritorno

Dal match su Von Trier, agli attacchi contro una critica criptica e autoreferenziale. Nel corso del festival di Alessandria, assegnato anche il Premio "Adelio Ferrero". Premio alla carriera per Guido Fink e Mino Argentieri

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La seconda giornata di RING!, festival della critica cinematografica tenutosi ad Alessandria tra il 20 e il 22 ottobre, è stata animata da una delle contese più ricorrenti e insidiose degli ultimi anni: il caso Von Trier. Per l'accusa, frementi di tentazioni patibolari, Alberto Pezzotta e Paolo Mereghetti; per la difesa, strenui e lucidamente appassionati, Bruno Fornara e Giacomo Poretti della premiata ditta Aldo, Giovanni e Giacomo. Il quale, sorpresa!, tra un lazzo e l'altro non ha lesinato puntate critiche acute, magari di seconda mano ma puntualmente esposte. La questione, manco a dirlo, rimane irrisolta: che il regista danese non sia che un abile manipolatore di sentimenti, uno stratega del marketing autopubblicitario ("il Berlusconi del cinema": Mereghetti) o che la sua poetica della falsificazione rappresenti un contributo imprescindibile al discorso sull'immagine nella contemporaneità, Von Trier (è finalmente appurato: si pronuncia come si scrive, con la V iniziale) rimane al centro di un dibattito tra i più stimolanti del decennio. Dopo l'appuntamento con un perplesso Claudio G. Fava alle prese con la misteriosa e pittoresca galassia del blog, il palco si è aperto ad accogliere il pianoforte di Nicola Piovani. Esiste il genere della musica per film? Come nasce l'idea per una colonna sonora? Con il supporto di Alberto Barbera, Ermanno Comuzio e "Il marchese del grillo" monicelliano, Piovani ha dipanato una matassa di aneddoti e riflessioni teoriche che il pubblico di RING!, mai così folto, ha accolto con il calore di un fan-club.

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Il match dell'ultima giornata è stato inficiato dal forfait di uno dei contendenti: se la critica è a un punto critico, come hanno sostenuto Paolo Mereghetti, Piera Detassis ("Ciak") ed Emanuela Martini ("Film TV"), i responsabili sono gli esponenti di una critica criptica e autoreferenziale che ha perso di vista il pubblico e che imperversa su alcune riviste specializzate. Un attacco frontale e vagamente generico che gli accusati, disertando il ring, non hanno saputo controbattere; i presenti in sala che in quelle riviste scrivono, un po' paradossalmente, hanno appoggiato in toto il condivisibile ma monolitico j'accuse mereghettiano. La critica è a un punto autocritico?


Da segnalare anche lo spazio riservato alle migliori recensioni dell'anno, selezionate e commentate da Roy Menarini, e l'assegnazione di alcuni riconoscimenti: il premio "Adelio Ferrero" per il miglior saggio e la migliore recensione ad opera di esordienti, e "Una vita da boxeur" (sorta di commosso premio alla carriera) per due eminenze come Mino Argentieri e Guido Fink. Che Gianni Amelio abbia disertato la serata conclusiva è un peccato che però non scalfisce un bilancio, al livello di affluenza, organizzazione e qualità dell'evento, decisamente lusinghiero.

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