Roma a mano armata, di Umberto Lenzi

Una cavalcata avvincente attraverso il tessuto irregolare di una società malata, dove la giustizia privata innesca una spirale di vendetta senza fine. Oggi, ore 22.50, Cine 34

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Umberto Lenzi può essere considerato uno dei pochi registi capace di appropriarsi di un genere (il western, il giallo-erotico, lo spaghetti thriller, il poliziesco, il cannibal-movie) e di riplasmarlo secondo la propria sensibilità. Roma a mano armata riprende temi e ritmi di Milano odia: La polizia non può sparare (1974) e li stempera introducendo accanto al poliziotto giustiziere Leonardo Tanzi (Maurizio Merli) un antagonista atipico come il gobbo Vincenzo Moretto (Tomas Milian) che cattura per sagacia e umorismo le simpatie dello spettatore. La musica incalzante di Franco Micalizzi (che ricorda vagamente quella dei Goblin per Profondo rosso) commenta l’infinita soggettiva in macchina per le vie di Roma: inizia una serie di delitti e reati che vede sempre al centro dell’azione il commissario giustiziere, un Callaghan con baffi alla Franco Nero che nella sua missione di tutore dell’ordine varca più volte i confini della legalità. Ma sono gli incontri/scontri con il Gobbo a determinare una variante anomala nella trama poliziesca: nel primo il Gobbo sembra soccombere alle torture disumane di Tanzi, nel secondo si ribaltano le posizioni con un rutto liberatorio, il terzo è la resa dei conti sul modello western.

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La sceneggiatura di Dardano Sacchetti cerca di legare insieme stupri, scippi, rapine in banca, pariolini che bivaccano nei club monarchici, il clan dei Marsigliesi, spacciatori di droga e giocatori d’azzardo con un filo teso tra diversi spettacolari inseguimenti per le strade di Roma (quello del sequestro dell’ ambulanza è uno dei momenti più avvincenti del film). La rapina in banca è un evidente omaggio a Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) di Lumet. Tomas Milian doppiato in maniera splendida da Ferruccio Amendola prima nasconde il personaggio dietro il pietismo della deformità fisica poi lo rivela in tutta la sua strategia criminale alternando moti di violenza pura con motti vernacolari a rima baciata.

Ma non è solo la rivalità Merli-Milian a funzionare; anche i personaggi di contorno contribuiscono a rendere più vivace l’intreccio e a regalare una fotografia piuttosto fedele dell’Italia degli anni ’70, alle prese con i problemi della criminalità organizzata e della violenza urbana (recente era l’eco dei fatti del Circeo). Ricordiamo Giampiero Albertini che interpreta il commissario Caputo, unico saggio che cerca di togliere Tanzi dai guai per la sua condotta reazionaria, Maria Rosaria Omaggio nella parte di una psicologa garantista che vive sulla sua pelle la bestialità di una vendetta sadica e Ivan Rassimov che dopo la bella prova in Spasmo (1974) regala un’altra figura di psicopatico senza scrupoli nelle vesti dello spacciatore Tony Parenzo.

Premiato dal pubblico con incassi ben oltre il miliardo e mezzo, crocefisso dalla critica del tempo come “poliziottesco fascista”, Roma a mano armata è in realtà una cavalcata avvincente attraverso il tessuto irregolare di una società malata, dove la giustizia privata innesca una spirale di vendetta senza fine. E’ anche uno scontro ad armi pari tra una figura d’autorità che utilizza metodi illegali contro un proletario che traveste l’avidità e l’ambizione personale con una falsa lotta di classe. Merli e Milian (rivali anche fuori dal set) si incontreranno nuovamente ne Il cinico, l’infame, il violento (1977). Maurizio Merli regalerà ancora una grande prova in Napoli violenta (1976) che prosegue il discorso di Roma violenta (1975) di Marino Girolami. Tomas Milian completerà il suo one man show ne La banda del Gobbo (1977) con la doppia parte di Vincenzo Marrazzi e del mitico Er Monnezza, chiudendo la grande stagione del poliziesco all’italiana.

 

Regia: Umberto Lenzi
Interpreti: Maurizio Merli, Tomas Milian, Arthur Kennedy, Giampiero Albertini, Ivan Rassimov, Maria Rosaria Omaggio
Durata: 95′
Origine: Italia, 1976
Genere: poliziesco

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (1 voto)
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