Soldato Peter, di Gianfilippo Pedote e Giliano Carli

In un racconto fantastico si muove Peter Pan, giovanissimo disertore ungherese della Grande Guerra. Convincente sotto l’aspetto della nitidezza espressiva e del linguaggio.

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Durante la Grande Guerra un giovanissimo soldato austro-ungarico oltrepassa lo sbarramento delle linee italiane e fugge, nei pressi del Monte Grappa, in quelle terre che sono state del grande scrittore Mario Rigoni Stern. Nella terra nemica, che sembra tanto somigliare a quella ungherese, il soldato non incontra quasi nessuno e alterna i pensieri della terribile esperienza sul fronte ai ricordi d’infanzia, la sua vita da pastore, l’amico Maty che la guerra si è portato via, così come altri commilitoni, compagni di trincea, che per non dimenticarli ad ognuno ha dedicato un ritratto. A pochi giorni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, nel 1918, l’unico incontro sulla propria strada, prima di raggiungere l’agognato mare, è con una sgangherata pattuglia italiana, capeggiata da un disilluso Don Chisciotte (Peppe Servillo), perché la guerra ormai è altrove, solo la devastazione è rimasta. In più, gira intorno una donna (Benedetta Barzini) a piantare croci nel terreno, monito della morte. Soldato Peter prende spunto dal nome di un soldato sepolto nel sacrario del Monte Grappa, Peter Pan, in cui ci sono ventitremila tombe, la maggior parte di militi ignoti. Tutto il resto della storia è frutto dell’immaginazione degli autori, proiettati nella direzione del racconto fantastico, nella speranza di raggiungere l’isola che non c’è per ritrovare quel bambino mai cresciuto, presente nei super8 della giovane e spensierata età.

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Peter Pan, interpretato da Ondina Quadri, è come un elfo del bosco, che si amalgama nei “live-painting” di Cosimo Miorelli per pensare alla guerra come ad un mostro meccanico che tutto abbatte e distrugge. In uno dei fronti più sanguinosi della Grande Guerra, appunto, nell’altopiano di Asiago, in Veneto, la sensazione è di rivivere alcune atmosfere stilistiche del cinema nostrano: dalle profonde e toccanti del cinema di Ermanno Olmi e quelle naturalistiche e di sospensione di Michelangelo Frammartino. In più, soprattutto facendosi trasportare dalle musiche, c’è quella poetica dolenza che rievoca il sodalizio artistico tra Fiorenzo Carpi e Luigi Comencini. E se Peter ad un certo punto, per sfogare la sua rabbia ed il suo tormento, crea un soldato nemico feticcio con un pezzo di legno, disegnandoci gli occhi e la bocca, ancora più forte sale la derivazione creativa. In Soldato Peter, l’evidente anima produttiva dello sceneggiatore e regista Gianfilippo Pedote e l’anima scenografica di Giliano Carli trovano il dovuto equilibrio visivo e narrativo, un andamento ritmico, musicale e di suoni, convincente, almeno sotto l’aspetto della nitidezza espressiva e del linguaggio.

Regia: Gianfilippo Pedote, Giliano Carli
Interpreti: Ondina Quadri, Peppe Servillo, Sergio Bustric, Benedetta Barzini, Franz Stefani, Alice Raffaelli
Distribuzione: Parthénos
Durata: 84’
Origine: Italia, 2023

3.5
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Il voto dei lettori
2.5 (4 voti)
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