The Consultant, di Tony Basgallop

Si fonda su un modulo narrativo frenetico, postmoderno, fedele alla linea del contemporaneo e non rischia più del necessario. Su Prime Video

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Dopo un inspiegabile omicidio, il CEO della CompWare (una popolare casa di sviluppo e produzione di videogames per mobile, con sede a Los Angeles) viene sostituito da Regus Patoff. Il misterioso consulente, subentrato loscamente, assume immediatamente delle manie strane e a dir poco inquietanti. Sarà per Craig (Nat Wolff) e Elaine (Brittany O’Grady) l’inizio di un caso da seguire per risalire all’identità sommersa di un Christoph Waltz onniscente, guidato dall’istinto di dominanza più feroce.

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The Consultant, creata e diretta da Tony Basgallop, si fonda su un modulo narrativo frenetico, postmoderno, che vediamo svilupparsi sul più oscuro dei misteri. È un prodotto fedele alla linea del contemporaneo, con l’utilizzo dei media presenti nell’immaginario del 2023, tratto dal romanzo di Bentley Little da cui è tratto è del 2015. La CompWare è la più classica delle sedi presenti nella Silicon Valley. Si compone di un architettura dal taglio creativo e giovane, nel quale si anima la vicenda di conquista di Patoff.

In questa sede, la tangibilità degli strumenti e dei prodotti che l’azienda vende è inesistente. Infatti l’archivio presente nei sotterranei (che contiene i documenti non più sottoforma di file, ma redatti con la macchina da scrivere) dietro una montagna di server, è nascosto da una porta cui si accede con una chiave, non con una password. Non viene da stupirsi quindi se Patoff, leggendo da un foglio i dati su produttività e costi. faccia storcere il naso a Elaine. È un ritorno al reale dove il reale si sta ormai estinguendo.

Non sono tanto gli schermi al centro del discorso, quanto piuttosto il capire cosa è ancora reale e cosa no. The Consultant sulla scia di The Servant, dello stesso Basgallop, ci guida alla corsa verso una comprensione oggettiva del digitale e dei guadagni che poi ne derivano, in rapporto a una spietatezza più umana che altro. Perchè se è vero che Christoph Watz interpreta uno dei suoi ruoli tipici – un villain maniacale ossessivo e senza pietà – è comunque lo specchio di un certo tipo di ambiente, quello dei vari Facebook, Apple, note case di produzione di videogiochi. Quindi un modo di fare business affrettato, vorace, perennemente in vetrina.

E proprio questa è la seconda chiave di lettura fondamentale di The Consultant. Craig e Elaine sono impiegati stressati, spinti al limite. Li vediamo percorrere L.A. da una parte all’altra senza sosta, magari più volte lo stesso giorno. Muoversi è già impegnativo ed esaustivo, e l’effetto aumenta se di mezzo c’è anche un mistero da risolvere. Questa situazione equivale a uno speed test umano. Ma cosa succede quando la storia porta i protagonisti fuori dalla bolla della CompWare? The Consultant prende delle sfumature noir, di un giallo giocato con l’ausilio di spyware e sistemi di sorveglianza da mantenere sempre aggiornati, col rischio perenne che il controllo sfugga di mano.

Col tipico asset costruito da Amazon nel corso degli anni, anche questa serie è in linea con un prodotto che tende a una messa in scena muscolare, curata ma quanto basta. La scrittura è sufficiente e non si perde affatto nel farci entrare con calma dentro il mondo che andrà a esplorare. Preferisce piuttosto un gioco a rialzo con le informazioni e lo shock nello spettatore. È evidente che The Consultant naviga bene dentro un universo cui appartiene e di cui ora si serve per narrare questa storia dark, buia e che non sembra voler mai rischiare più del necessario.

Titolo originale: id.
Creata da: Tony Basgallop

 

Regia: Matt Shakman, Dan Attias, Charlotte Brändström, Alexis Ostrander, Karyn Kusama
Interpreti: Christoph Waltz, Nate Wolff, Brittany O’Grady, Aimee Carrero, Sidney Mae Diaz, Sloane Avery, Michael Charles Vaccaro, Erin Ruth Walker
Distribuzione: Amazon Prime Video 
Durata: 8 episodi di circa 30′ l’uno
Origine: U.S.A

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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Il voto dei lettori
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