The Opportunists

“L’opportunista” del film è Christopher Walken, il Nick del Cacciatore, l’attore feticcio di Abel Ferrara. Attenzione, la chiave del film è lui. Parliamo del suo personaggio, Victor Kelly. E’ stato un grande scassinatore, ma ora ha messo la testa a posto aprendo un’officina meccanica di riparazione automobili. Con l’arrivo di un presunto nipote dall’Irlanda però, l’adrenalina del pericolo che scorre nelle vene di Kelly viene rimessa in circolo con la forza di un tempo. Le annotazioni a margine potrebbero essere parecchie, ma basti notare come il registro costante sul quale Connell scandisce la sua piccola storia sia piuttosto basso, sottotono (e questo certo non è un difetto). Vedere Walken per credere. Passo lento, aria svagata, corpo dinoccolato ed incerto sulla strada da prendere, in opposizione comunque rispetto alla risolutezza senza ripensamenti di tanti antieroi analoghi (vedere James Caan del sublime Thief). La regia lo asseconda con una sensibilità tutta contenuta nel solo atto del filmarlo, nella sola possibilità di rapportarlo ad altri personaggi che hanno la consistenza del fantasma, la densità funzionale dell’esser corpo all’interno di una messinscena pressoché invisibile. Il punto è proprio questo. L’opera di Connell non corrisponde esattamente a nessun genere. E per di più fa di tutto per depistare ogni volta il sia pur timido approccio che si tenta di mettere in gioco. Da qui la sua “invisibilità”. Che si perpetua con ritmo ossessivo e altalenante in certi inserti nei quali si fa fatica ad individuare un percorso tematico preciso, un genere rispettato, un’ipotesi semiotica convinta. Si oscilla con costante dis-equilibruio ritmico tra l’ironico, il drammatico, e il grottesco infine. Senza che si imponga mai una direzione, forte, precisa.
Eppure il film ha un suo strano fascino. Sarà che non va a finire da nessuna parte. Sarà che risente molto di un certo modo di fare cinema molto in voga negli anni ’70. Ma probabilmente il motivo principale della sua “necessità” all’interno del panorama cinematografico attuale, è proprio dato dall’essere del tutto fuoritendenza, slegato da ogni schema precostituito, pura ipotesi astratta di cinema il cui “fieri” è rimandato ad una prossima volta. Sorte per certi versi simile a quella toccata a The Crossing Guard di Sean Penn. Anche quello un altro film su un tempo fuori dal tempo (massimo).

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Titolo originale: The Opportunists
Regia: Myles Connell
Sceneggiatura: Myles Connell
Fotografia: Teodoro Maniaci
Montaggio: Andy Keir
Scenografia: Debbie De Villa
Costumi: Kasia Walicka-Maimone
Interpreti: Christopher Walken (Victor Kelly), Peter McDonald (Michael Lawler), Cindy Lauper (Sally Mahon), Vera Farmiga (Miriam Kelly), Donal Logue (Pat Duffy), José Zuniga (Jesus Del Toro), Tom Noonan (Mort Stein), Anne Pitoniak (zia Dierdre), Olek Krupa (Ted Walikaki), Paul D’Amato (Dylan)
Produzione: John S. Lyons, Tim Perell per Clinica Estetico/Eureka Pictures/Flashpoint/Kalkaska/Prosperità
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 89’
Origine: Gran Bretagna/Usa, 2000

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