True Detective 4: Pizzolatto contro López

L’autore della prima stagione di True Detective, successo seriale HBO, ha espresso opinioni negative su Night Country, ultima e discussa stagione ideata da Issa Lòpez.

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Dal clamoroso successo – tanto da parte della critica, quanto del pubblico – della prima, cupa e disperata, stagione di True Detective, interpretata dal duo formato da Woody Harrelson e Matthew McConaughey, sono già trascorsi dieci anni. Eppure Nic Pizzolatto, autore della sceneggiatura, nonché demiurgo dell’intero universo narrativo e creativo della serie – considerate le attuali e potenzialmente future espansioni televisive e non di True Detective – non sembra aver accettato di averne perso il controllo creativo.

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La serie nel frattempo è proseguita su percorsi indipendenti, arrivando fino ad una – criticatissima – quarta stagione, sottotitolata Night Country, ideata e diretta dalla regista messicana Issa Lòpez, nella quale Pizzolatto compare soltanto come produttore esecutivo, (ma esclusivamente per ragioni contrattuali).

Facendo qualche passo indietro e tornando al 2014, anno d’uscita di True Detective – Stagione 1, è che Nic Pizzolatto, pur reduce da un indiscusso consenso di critica e pubblico, decide piuttosto inspiegabilmente di mettere fine, appena dopo la messa in onda della stagione, alla collaborazione con Cary Fukunaga, per ragioni tutt’oggi ambigue, riconducibili probabilmente ad alcune problematiche di natura creativa. A partire dalle successive stagioni infatti, Pizzolatto figura sia come regista che come sceneggiatore, dimostrando una volontà di controllo totale sull’universo seriale di True Detective, dunque ben distante dall’esperienza creativa della prima stagione.

True Detective – Stagione 2, esplicitando fin da subito la propria natura narrativa, appare tutt’altro prodotto rispetto alla prima. La solitudine resta e così anche la disperazione, seppur filtrate entrambe da uno sguardo alla Michael Mann, oltreché alla William Friedkin, assolutamente estraneo alla sospensione onirica e misterica della prima, frutto di uno bizzarro e riuscito incontro tra il Weir di Picnic ad Hanging Rock, il Lynch di Velluto Blu e Strade Perdute e la letteratura dark di Thomas Ligotti.

Di fronte all’insoddisfazione del pubblico, Pizzolatto impara la lezione e, abbandonato il manierismo metropolitano della seconda stagione, torna alle atmosfere sospese e tormentate degli esordi. True Detective – Stagione 3, che esce nel gennaio del 2019, torna ancora una volta a riflettere sui linguaggi della prima stagione, pur non riuscendo a raggiungere le stesse vette – anche a causa di un già visto che emerge di episodio in episodio – dialogando con la narrazione e così con il suo pubblico, mostrando l’evidenza di un precedente vertiginoso e di un futuro probabilmente mai davvero all’altezza.

Ad oggi Pizzolatto risulta estraneo all’appendice sviluppata dalla sua creatura, ma sembra comunque incapace di tagliare definitivamente il cordone ombelicale che lo tiene legato all’universo di True Detective, e vestendo i panni di un hater accanito, si è scagliato ferocemente contro il lavoro dell’ottima Issa López, autrice della quarta stagione, Night Country, in onda nel corso di queste settimane su Sky Atlantic e Now Tv.

E’ evidente quanto Lòpez abbia tentato in ogni modo di mantenere elementi comuni, soprattutto dal punto di vista simbolico, tra questa e le precedenti stagioni, pur sperimentando qualcosa di decisamente differente in termini di sovrannaturale e horror. Night Country infatti, muovendosi tra citazionismo e innovazione di un linguaggio e una forma già ben radicati, risulta spudorata a tal punto da diventare rischiosa, e forse proprio per questo, capace di alimentare sempre più lo scontento di Nic Pizzolatto, che non smette di twittare contro quest’ultima stagione, definendola “stupida, fastidiosa, incoerente. Per questo felice di non farne parte in alcun modo”.

True Detective - Night Country

Mettendo da parte le riflessioni che si potrebbero spendere sul concetto di possessività autoriale nei confronti di un prodotto ormai distante dalla sua natura originaria, non resta che tornare alle parole della stessa Issa López, che risponde così a Nic Pizzolatto: “Credo che ogni narratore abbia una relazione molto specifica, peculiare e unica con le storie che crea, e qualunque siano le sue reazioni, ne ha diritto. Questa è la sua prerogativa. Ho scritto questa stagione, Night Country, con profondo amore e rispetto per il lavoro che Pizzolatto ha fatto e così per le persone che lo hanno amato. Ciò che ho fatto è una reinvenzione, è diverso, ed è fatto con l’idea di sederci intorno al fuoco, e divertirci un po’ e avere dei sentimenti e dei pensieri. E chiunque voglia unirsi è il benvenuto”.

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