VENEZIA 60 – "Dovevo affermare la mia assoluta infedeltà ai fatti e alla Storia", incontro con Marco Bellocchio

Un lungo, spontaneo e insistito applauso accoglie Bellocchio e il cast del film "Buongiorno, Notte" all'incontro con la stampa. E' quasi una sorta di consacrazione ufficiosa del vincitore "morale" della 60a edizione della Mostra. Niente preamboli o presentazioni, Bellocchio presenta i suoi attori e produttori e passa subito ad affrontare le domande

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Ci ha colpito il fatto che i due personaggi del film ogni volta che entravano nella casa si toglievano le fedi matrimoniali, per rimetterle non appena ne uscivano…

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Quello delle fedi è un dettaglio importante, perché loro devono fare questa doppia vita e, in casa, non è più necessario dimostrare a qualcuno di essere marito e moglie, di fare i finti sposi.



Come ha scelto le musiche del film?



I Pink Floyd per la mia generazione rappresentano un po'un'epoca. E' stata la mia compagna Francesca Calvelli (montatrice del film, ndr) a suggerirmi il disco e i brani, che riescono a sintetizzare il momento di ribellione e disperazione di quegli anni. Nella musica dei Pink Floyd c'è quella rarità di riuscire a rappresentare un'epoca in modo sintetico e potente. Quella voce femminile così disperata vale più di tante parole…


Perché questo film adesso?


In realtà il film mi è stato commissionato da Raicinema che voleva produrre un film sul Caso Moro. Io ho accettato volentieri ma dovevo affermare la mia assoluta infedeltà ai fatti e alla Storia. Non mi interessa di capire, nel film, chi sono i responsabili o chi c'era dietro i terroristi. Io avevo bisogno di elementi di contraddizione, di reazione, di ribellione, da qui l'invenzione del personaggio della ragazza e di un ragazzo esterno al gruppo dei terroristi. Mi interessava invece di trovare una traccia, un segno, qualcosa che avrebbe potuto evitare questa tragedia. Ecco questa sorta di fatalità viene affidata al personaggio di Maya Sansa, che a un certo punto reagisce, come non è invece avvenuto nella realtà.


La scelta di un titolo tratto da una poesia come nasce?



"Buongiorno notte" è un verso di Emily Dickinson che ho letto un po' di tempo fa. In realtà il titolo esatto è "Buongiorno – Mezzanotte", e  ripensando a quel verso mi è sembrato che centrasse bene il clima del film, che ne cogliesse bene la profondità. E' un gioco di parole BuonGIORNO/NOTTE che contiene una contraddizione e un contrasto, che mi sembra evocare bene quel periodo notturno, angosciante, oscuro. Ma se oggi sia giorno non so…


Perché il film è dedicato a suo padre?


E' una cosa che ho deciso all'ultimo momento. In molti dei miei film precedenti mi si era chiestao perché non c'era mai la figura del  padre. Nell'elaborare la sceneggiatura e ancor più durante le riprese  la figura di Roberto Herlitzka mi ha fatto venire in mente la figura di mio padre. Io lo persi da adolescente e lo dimenticai presto. Mi sembrava importante ricordarlo ora.


Nel film ci sono due sogni con la musica di Schubert, In uno di questi c'e Moro che passeggia tranquillo nell'appartamento. Ecco con questo stile un po' "spezzato" volevo richiamare alla mente quelle passeggiate che faceva mio padre, quando ero bambino, nell'appartamento, con lui che ci guardava mentro noi dormivamo.


La riflessione sulla resistenza, attraverso le lettere dei condannati a morte della resistenza, da cosa nasce? 


Il film citato è Paisà di Rossellini, ma abbiamo attinto seppur molto liberamente dal libro "Il prigioniero"della Braghetti, che citava le lettere dei condannati a morte della resistenza. E' uno dei momenti in cui la terrorista si rimprovera di non aver reagito. Ecco, il film va nella direzione opposta e la protagonsita sceglie, invece, di reagire. La cosa più folle del rapimento Moro fu proprio quest'omicidio a freddo che davvero mi ha ricordato i tedeschi che uccidevano i partigiani gettandoli nel fiume. Uccidere così significa non avere un rapporto con la realtà. Ci si può azzuffare, scontrare, ma non si può prendere una pistola e ammazzare una persona.


Con il suo film sembra avverarsi il fatto che più si è personali nelle opere e piu' si riesce ad entrare nella coscienza collettiva… "Buongiorno notte" è sembrato un film piu romantico che politico…


Era l'unico modo per me di fare questo film. Ogni regista ha il suo stile e questo è il mio. Senza falsa ipocrisia devo pero aggiungere che se il risultato è buono dipende anche dal lavoro degli altri, degli attori in particolare.


Come ha lavorato dal punto di vista storico sulle ricerche e la ricostruzione? Le dichiarazioni di Moro quanto sono fedeli e quanto inventate?


Noi siamo partiti da molto lontano da fuori l'appartamento. In una prima versione della sceneggiatura Moro non si vedeva, era soltato una voce. Sul piano dei fatti il libro della Braghetti ci e stato utile, lì sono desritti alcuni fatti che poi nel film ho liberamente sviluppato e ampiamento tradito. La citazione delle lettere dei partigiani era in una lettera del padre. Ma la ribellione di Chiara, in parte reale in parte utopistica, nel libro non esiste.


Il significato dei sogni di Chiara, la panchina…


Sono i "Tre canti su Lenin". E' come se la neve, la panchina dove sedeva Lenin, è come se lei sentisse, proprio nei giorni de ltrionfo, con Moro nelle loro mani, come se improvvisamente tutto si fosse raggelato, come se fosse l'inizio della loro fine.

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