VENEZIA 66 – Un "nuovo cinema iraniano"? Incontro col regista di "Tehroun" Nader Takmil Homayoun

Assecondando le numerose curiosità riguardo tutti gli aspetti dell’opera presentata alla Settimana internazionale della critica, Nader Takmil Homayoun si abbandona ad un interessante confronto con i presenti in sala al termine della proiezione del suo film Tehroun

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------
Al termine del suo applauditissimo film Tehroun, il regista iraniano Nader Takmil Homayoun incontra la stampa in un vivo confronto sulla sua prima opera di finzione. Tante le domande dei presenti in sala e tanta la voglia del regista di rispondere articolando delle profonde riflessioni sul suo film ed analizzandone con cura tanto gli aspetti tecnici che quelli contenutistici. Tnti i temi sfiorati: stile, censura, recitazione e, ovviamente, società.
 
Potrebbe spiegarci come siete riusciti a girare questo film aggirando i restringimenti della censura?
N.T.H.: Bella domanda! Perché tocca un problema per nulla secondario in Iran. Bisogna dire innanzi tutto che, per ottenere il permesso di realizzare questo film, abbiamo dovuto sottostare ad una regola: solo i film realizzati in 35 mm vengono visionati dal ministero della cultura. Dopodiché abbiamo fatto richiesta per l’autorizzazione spacciando il nostro film per un documentario da girare nelle strade di Teheran, senza nessun attore professionista e senza nessuna pubblicità sulla stampa nazionale. Al di là di tutto, credo che avere il coraggio di realizzare alcuni di questi film faccia parte del mestiere che ho scelto.
 
Gli attori sono davvero tutti non professionisti?
N.T.H.: E' sempre difficile tracciare uno spartiacque preciso tra attori professionisti e non professionisti. C’è da dire poi che nel cinema iraniano la situazione si complica, perché moltissimi attori iniziano a lavorare da non professionisti per poi diventarlo film dopo film. Gli attori professionisti del film sono soltanto due: quello che interpreta il trafficante di bambini e il concessionario di automobili che contratta con la prostituta. Gli altri non vivono di questo mestiere e molti di loro erano addirittura alla loro primissima esperienza cinematografica. Colgo l’occasione per ringraziarli tutti quanti.
 
Quali sono gli aspetti della società che più l’hanno spinta a realizzare questo film?
N.T.H.: Credo che un film non possa occuparsi della società in tutti i suoi aspetti e pertanto deve delineare il suo terreno d’indagine. Volevo rappresentare dei personaggi sperduti nella nullità priva di ogni forma di speranza. Doveva emergere una straziante disperazione di fondo, che è poi quella che ha spinto tante persone a manifestare nei mesi scorsi contro la rielezione del governo in carica. Sono stati eventi tragici in cui tante persone sono morte. Ma era inevitabile, doveva succedere. Quando sono tornato in Iran sono rimasto sorpreso nel vedere che non c’erano più mendicanti per strada. Sul momento ho pensato: “è una fortuna!”. Credevo ingenuamente che il fatto di non vedere povertà per strada significasse he la povertà era diminuita. Non è così. Il governo fa con i mendicanti esattamente la stessa cosa che fa con gli omosessuali. Li nasconde. Si vergogna di mostrarli apertamente. Poi ci sono tutte le altre tematiche che pian piano affiorano nel mio film: il traffico di bambini, lo sfruttamento della prostituzione e il clima di insicurezza generale che ho voluto trasmettere nel raccontare la vicenda dei falsi poliziotti che fermano gli automobilisti per derubarli. Tutto viene divorato dal malessere sociale. Anche Zahara, che è senza dubbio il personaggio più dolce e innocente, arriva a compiere qualcosa di illecito per aiutare il marito a saldare i suoi debiti.
 
Lei ha intenzione di proporre qualcosa di nuovo nel panorama del cinema iraniano?
N.T.H.: Credo che l'aspetto che maggiormente mi contraddistingue dai registi che mi hanno preceduto è che loro non hanno avuto la possibilità di viaggiare e quindi non hanno potuto guardare con oggettività alla nostra situazione interna. Io mi sono formato in Francia ed è inevitabile che il mio stile personale risenta di una certa influenza europea. In Francia ho avuto la possibilità di guardare tanti film francesi, americani e anche italiani. Per questi motivi il mio cinema appare così diverso dallo standard iraniano.
 
Pensa che il film uscirà in Iran?
N.T.H. No, non sono per niente fiducioso al riguardo. Probabilmente mi costringeranno ad aspettare per mesi e poi faranno uscire il mio film in poche salette secondarie per pochissimo tempo. Quello che posso dire è che mi sono impegnato a rispettare alcuni codici fondamentali. Ad esempio c’è un grande rispetto per le donne che vengono sempre mostrate con il velo. Ho rinunciato anche ad inserire un abbraccio tra Ibrahim e la moglie al momento della nascita del figlio. Ho usato queste piccole accortezze, ma non credo che bastino.
 
Il film sembra dirigersi verso un happy-end, ma poi c’è il colpo di scena finale. Ha avuto mai la tentazione di far finire bene la storia?
N.T.H. Fino alla fine io e lo sceneggiatore ci siamo posti questo problema, ma poi ci siamo resi conto che questo finale si imponeva da solo a causa della cruda realtà raccontata nel film. Un happy-end sarebbe stato davvero controproducente. Ritengo inoltre che la morte del protagonista non sia una morte solitaria ma collettiva. È la morte di tutti quelli che sono caduti manifestando nei mesi scorsi.
 
Solo una curiosità: qual è il significato delle bandiere verdi che si vedono durante il funerale di Ibrahim?
N.T.H.: Nella cultura islamica il verde è un colore che rappresenta il martirio. Per questo si vedono durante la scena del funerale. In Europa è capitato che qualcuno leggesse in ciò un riferimento ai movimenti ambientalisti, ma non è così.
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array