VENEZIA 70 – "Je m'appelle Hmmm…", di agnès b. (Orizzonti)

je m'appelle hmmm...
Nel tentativo di fondere elementi e suggestioni proveniente dai molteplici interessi della regista (impegnata nel mondo della moda, ma grande amante anche della fotografia e della scrittura), la carica emotiva degli eventi iniziali, ben presto è portata a esaurire il suo potenziale. Decisamente interessante risulta piuttosto lo “smascheramento” di una preadolescenza materiale ed emotiva più ipotetica che reale

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Je m’apelle hmmm è la storia di Celine, una ragazzina che ha undici anni solo a livello teorico. In casa sbriga ogni sorta di faccenda, mentre la madre lavora tutto il giorno (e in ogni caso si direbbe maggiormente coinvolta dal tentativo di raccogliere i cocci del suo sgangherato matrimonio piuttosto che mostrarsi realmente presente per i tre bambini), cucina per i suoi fratelli e sopratutto è oggetto delle attenzioni sessuali di un padre privo di un lavoro e di un qualche interesse alla vita. Nel corso di una gita scolastica, dove l’alienazione (ma anche un primo timido anelito alla libertà) raggiunge silenziosamente l’apice si presenta l’occasione più adatta per rinnegare tutto ciò che il suo squallido passato avrebbe potuto offrirle: durante un momento di distrazione di un camionista inglese di passaggio sulla spiaggia dove si trova con la sua classe, la bambina si introduce di nascosto nel suo tir, con tutta l’intenzione di restarci.
E nel corso di pochi brevi giorni la piccola “Hmmm” non ha solo modo di scoprire un po’ di quel mondo che non ricordi neppure lontanamente la sua claustrofobica famiglia o quell’universo irrazionale in cui si sente intrappolata. Celine, accanto a quell’uomo riscopre, o forse viene a conoscenza per la prima volta di quanto colore e calore possa racchiudersi nella curiosità ingenua e spensierata di un’infanzia.
E così anche Pete, il camionista inglese che ha perso la sua famiglia e non si tira indientro fin dal primo momento a prendersi cura e diventare un punto di riferimento giocoso ma comunque concreto di quella inaspettata e giovane compagna di viaggio.
I personaggi di agnes b. si muovono sullo schermo come su un palcoscenico: l’enfasi di un breve scambio di battute, ma anche semplicemente la loro presenza sulla scena sembrerebbe giustificare un ordine che effettivamente risulta estraneo all’idea di film. Nel tentativo di fondere elementi e suggestioni proveniente dai molteplici interessi della regista (impegnata nel mondo della moda, ma grande amante anche della fotografia e della scrittura), la carica emotiva degli eventi iniziali, ben presto è portata a esaurire il suo potenziale. Decisamente interessante risulta piuttosto lo “smascheramento” di una preadolescenza materiale ed emotiva più ipotetica che reale: in questa direzione la stilizzazione di un carattere, di un personaggio che è nella creazione ex novo di tutto ciò che costituisce il suo quotidiano (a partire da un nome, che il suo compagno di viaggio non conoscerà mai, così come lo spettatore sentirà pronunciato esclusivamente dagli adulti sulle tracce della bambina, e infine rinnegato ulteriormente anche in fase finale) ed è lì che emerge lo spessore narrativo della vicenda.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array