Venezia 80 – L’ordine del tempo. Incontro con Liliana Cavani e il cast

La regista riceve il Leone d’oro alla carriera e presenta fuori concorso L’ordine del tempo all’80esima Mostra del cinema di Venezia. Con lei Edoardo Leo, Claudia Gerini, Ksenija Rappoport

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Vincitrice del Leone d’oro alla carriera, Liliana Cavani torna a Venezia con L’ordine del tempo (in uscita il 31 agosto nelle sale italiane). La conferenza alla Mostra del Cinema si apre con la presentazione della regista, degli attori, dei produttori Massimiliano Orfei e Fabrizio Donvito, del co-sceneggiatore Paolo Costella e dello scienziato, nonché autore del libro “L’ordine del tempo” da cui la cineasta ha preso ispirazione, Carlo Rovelli.
L’atmosfera dell’incontro è serena e la personalità spigliata e giocosa della cineasta si fa sentire. Cavani afferma come sia importante nella vita avere sempre un approccio aperto e curioso: “Rovelli ha scritto dei bellissimi libri scientifici, che io consiglio sempre di leggere. Anche se non capite tutto, anche forse quasi niente, è però importante fare lo sforzo. Con il co-sceneggiatore Costella ci facevamo spiegare le cose da Rovelli, ci guardavamo e gli dicevo ‘tu hai capito?’. Però siamo andati comunque avanti e questo ci ha portato a riflettere su cosa sia il tempo. Abbiamo paura del tempo futuro, ci scordiamo del tempo passato. Il tempo convive con noi e siamo perseguitati da esso. Questo film è stata l’occasione per parlarne e mi ha divertito farlo”.

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Sul ritorno a Venezia: “E’ molto bello, perché prima di tutto c’è il produttore che si è lasciato andare a fare il film. Non credo che abbia pensato “non vedo l’ora di farlo” però l’importante è osare. Poi mi sono trovata bene con gli attori ed era come se li conoscessi da sempre e questo ha permesso di avere una atmosfera di leggerezza, non noia ma anzi curiosità, che era quello che più mi premeva”.

 

Liliana Cavani è considerata la regista della Storia, ha trattato temi crudi e delicati come quelli del nazismo e ha narrato di personaggi storici come Francesco d’Assisi e Galileo. Questa volta sceglie di cimentarsi in un film apocalittico che ha alla base la questione del tempo e dei complessi rapporti tra noi umani. Gli attori e le attrici del cast sono rimasti entusiasti non solo del risultato finale del film ma anche, e soprattutto, del processo di creazione dei loro personaggi e della capacità di ascolto e sensibilità di Cavani.
Edoardo Leo dichiara l’importanza cruciale di un ritmo calmo e lento sul set, utile per calarsi al meglio nei panni del suo personaggio: “Il nostro è un mestiere in cui non sempre torni a casa arricchito come persona, invece, questo è un caso raro in cui la storia di questi personaggi ci si è appiccicata addosso, li abbiamo vissuti questi personaggi”. Prosegue l’attore: “Il film è girato in sequenza, siamo stati un mese casa a Sabaudia dove c’eravamo solo noi. Come i personaggi anche noi ci siamo fatti delle domande e non sempre siamo riusciti a darci una risposta. Generalmente nei set arriviamo e proviamo subito, qui invece abbiamo iniziato a parlare e porci delle domande e io ho pensato ‘ma quando giriamo?’. Poi magicamente tutte le riflessioni c’entravano con il film e Liliana prendeva la macchina da presa, faceva una inquadratura e quello era il film. Ho appreso una energia nuova”.

 

Claudia Gerini è dello stesso parere del collega e aggiunge: “Nasce un organismo, un unico personaggio che è il gruppo di attori, una sinfonia ma ognuno con il suo suono. In particolare, il mio personaggio abbraccia questi amici e li prende per mano e fa uscire la sua umanità. Ci mettevano a rivedere le scene, Liliana è curiosa e ascolta e si prende del tempo senza la fretta dei set che conosciamo”.

 

La parola passa poi all’attrice Ksenija Rappoport la quale, trattenendo a stento le lacrime, ringrazia la regista per averle dato la possibilità di far parte di questo film, che “le ha salvato la vita”, e conclude: “Per me questo film è stato una salvezza, arrivato in un momento difficile della mia vita. Paola, il mio personaggio, alla fine riesce a ritrovare se stessa e scopre che i suoi sentimenti sono importanti e che l’amore è l’unica cosa che conta. Sogni un figlio, lo immagini, aspetti 9 mesi, lo partorisci, gli anni di allattamento, lo fai crescere, lo nutri, lo educhi nella sua adolescenza, poi diventa un uomo finalmente, ma deve partire per la guerra e due giorni dopo muore. Questo oggi è da noi l’ordine del tempo”.

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