Westwood. Punk, Icona, Attivista, di Lorna Tucker

Il documentario narra la vita e la personalità di una stilista che non ha mai avuto paura della diversità, del confronto. La madrina del punk si racconta in una lunga intervista

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L’intento originale, la spinta creativa e rivoluzionarie era il ribaltamento dell’establishment inglese, la sovversione degli schemi che le vecchie generazioni avevano creato e retto fino ad allora. Erano i punk ad avere l’onere di cambiare le cose. E Vivienne Westwood è stata la scintilla creatrice di tutto questo, il suo veicolo non era solo diffondere uno stile d’abbigliamento che rappresentasse quella generazione arrabbiata, ma far trasparire la rabbia da ogni atteggiamento i giovani assumessero. L’abito era il veicolo, il contatto, la riconoscibilità di un gruppo.
Fino a quando Vivienne si rende conto che in realtà il sistema regnante non sta soffrendo di questo, ma al contrario ne sta traendo profitto. Loro stavano offrendo all’Inghilterra la possibilità di potersi vantare di essere una nazione così libera da poter permettere ai suoi giovani una ribellione così trasgressiva. Era solo marketing, puro e semplice marketing, nascosto sotto il velo dell’entusiasmo giovanile e della disapprovazione delle generazioni precedenti.
Questo nuovo documentario su Vivienne Westwood, tra le tante cose, ha questa realtà con cui confrontarsi. La nascita del brand viene da quella spinta rivoluzionaria e sovversiva che, anche dopo il punk, rimarrà una delle caratteristiche principali della creatività della stilista. Ma il lavoro, diretto da Lorna Tucker, punta innanzi tutto a dare una visione completa di Vivienne come persona, come essere umano, come donna e come professionista, lasciandoci spiare nella sua vita e nel suo lavoro.

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Dall’intervista frontale, da cui compare la sua noia nel rivangare cose accadute così tanto tempo addietro, alla mdp che la segue da quando si alza al mattina e durante tutto il lavoro in atelier al fianco del suo compagno e collega Andreas. A cui parallelamente continua ad affiancarsi la storia del brand e le diverse pieghe che gli abiti hanno preso da collezione a collezione. Infine, l’attivista, l’essere umano Vivienne Westwood che si ritrova a confrontarsi con la realtà e con la distruzione graduale del nostro pianeta. Da quel momento in poi l’urgenza della salvaguardia del pianeta scavalca tutto in resto per diventare la sua priorità.
Il documentario narra la vita e la personalità di una donna che non ha mai avuto paura della diversità, del confronto, dell’essere guardata dall’alto verso il basso da un mondo d’élite come quello della moda. Al contrario, che ha sempre creduto in una singola cosa, il suo talento, quello che le ha permesso di diventare non solo una stilista di successo internazionale, ma un’icona. Un’icona libera e indipendente, svincolata da multinazionali e padrona di una piramide al cui unico vertice c’è lei.
Il film di Lorna Tucker appare come un enorme ritratto sfaccettato e composto da diversi volti, accostati uno accanto all’alto e allo stesso tempo inscindibili.

Titolo originale: Westwood: Punk, Icon, Activist
Regia: Lorna Tucker
Distribuzione: Wanted
Durata: 83′
Origine: UK, 2018

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