Wonder: White Bird, di Marc Forster

Un ottimo racconto di formazione che gioca bene con i richiami a Spielberg e Del Toro. Tratto dalla saga letteraria Wonder della scrittrice newyorkese R. J. Palacio

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Il film diretto da Marc Forster, tratto dal romanzo a fumetti della scrittrice newyorkese R.J.Palacio, è una sorta di spinoff/sequel della saga Wonder; un adattamento che si discosta dal filone principale. L’unico collegamento è il personaggio di Julian che dopo essere stato espulso (vedi Wonder, il libro) ora è costretto ad integrarsi in un nuovo liceo. Quindi dopo un viaggio di rientro da scuola, passando per un paesaggio (sub)urbano con in cuffia Post Malone, Julian rincasa sconsolato. Ad accorglierlo la nonna Sara, appena atterrata da Parigi, con la quale condividerà la cena. E in effetti qui inizia Wonder: White Bird, proprio dalle memorie di Sara, dalla sua lotta alla sopravvivenza durante l’occupazione nazista in Francia alla sua salvezza trovata solo grazie all’amore e la gentilezza di Julien, un suo compagno di classe. Lui la nasconde Sara nel fienile, tenendola al riparo dagli occhi dei vicini e della polizia tedesca.

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Wonder: White Bird è chiaramente un prodotto dedito all’educare sul pericolo del nazionalismo e le estreme conseguenze. Quindi aderisce anche nei canoni narrativi a una riconoscibilità degli archetipi e dei vari step di passaggio, proprio per accompagnare il senso della crescita e della maturazione. Il film offre degli spunti nella messa in scena semplici e calibrati e non osa mai più del dovuto – in un certo senso non superando mai la materia del racconto che sviscera, quello della tragica Seconda Guerra Mondiale. E sta anche bene così. Wonder. White Bird riesce anche a giocare eccellentemente con citazioni a Spielberg (The Fabelmans, quando vediamo in scena la macchina da presa o la sala cinematografica) o a Del Toro (nell’ambientazione al limite col fiabesco e l’onirismo, che fa pensare a Il labirinto del fauno). In definitiva la storia che racconta il film di Forster è chiara e diretto e non si perde negli eccessi. È un buon racconto di formazione e in quanto tocca tutti i tasti giusti, anche quando questi ultimi restano (a volte troppo) scoperti.

Titolo originale: White Bird
Regia: Marc Forster
Interpreti: Bryce Gheisar, Helen Mirren, Gillian Anderson, Jacob Tremblay, Orlando Schwerdt, Ariella Glaser, Olivia Ross, John Bubniak, Stuart McQuarrie, Nadine Leon Gobet, Philip Lenkowsky, Jim High, Jem Matthews, Ishai Golan, Yelisey Kazakevich, Jordan Cramond
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 120′
Origine: USA, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.6
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Il voto dei lettori
3.32 (76 voti)
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