Addio a Francesco Nuti

L’attore e regista toscano, autore di Caruso Pascoski di padre polacco e Donne con le gonne, se n’è andato a 68 anni.

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Era malato da molti anni Francesco Nuti e il suo ultimo film da regista risaliva al 2001, con Caruso, zero in condotta. Quattro anni dopo avrebbe interpretato il suo ultimo ruolo in Concorso di Colpa di Claudio Fragasso. Insieme a Massimo Troisi, Carlo Verdone e Roberto Benigni rientra a pieno titolo nella generazione dei comici “autori” esplosi tra cabaret, tv e cinema nel post-1977.

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Fiorentino classe 1955, diventa famoso con il trio dei Giancattivi (composto da Nuti, Alessandro Benvenuti e Athina Cenci). Il gruppo si impone per la comicità surreale e minimalista e diventa famoso nel programma RAI Non Stop. Da lì l’esordio al cinema con Ad ovest di Paperino nel 1981. L’anno successivo abbandona i Giancattivi e inizia una collaborazione con il regista Maurizio Ponzi (Madonna che silenzio c’è stasera, Io Chiara e lo Scuro grazie al quale vince il David di Donatello nel 1983, Son contento). L’esordio dietro la macchina da presa arriva nel 1985 con Casablanca, Casablanca dove fa coppia con Giuliana De Sio. Segue Tutta colpa del Paradiso con Ornella Muti, girato in Val d’Aosta.

Tra gli anni ’80 e ’90 è stato probabilmente il comico più amato dal pubblico italiano, con incassi stratosferici raggiunti da Caruso Pascoski di padre polacco (1988), Willy Signori e vengo da lontano (1989) e Donne con le gonne (1991). Contemporaneamente alla carriera cinematografica, inizia anche quella da musicista e partecipa al Festival di Sanremo nel 1988 con la canzone Sarà per te, in seguito incisa da Mina, e poi un duetto con Mietta grazie al brano Lasciamoci respirare.

Il punto di svolta negativo della carriera arriva con il flop critico e commerciale di OcchioPinocchio, girato in America e costato 30 miliardi, quasi il doppio del budget preventivato, con interruzione delle riprese, cause legali con la produzione e due miliardi di lire investiti dallo stesso Nuti. Seguiranno Il signor Quindicipalle, Io amo Andrea e Caruso, zero in condotta che certificano una vena artistica affievolita.

Un grave incidente domestico nel settembre 2006 compromette gravemente la sua salute.  Lo scorso marzo era stato premiato con il Globo d’oro alla carriera. Tra romanticismo, non sense, battute fulminanti e atmosfere picaresche il suo è stato un cinema personale, divertente e ossessivo.  Sempre in bilico tra la provocazione, lo spirito indipendente e il racconto classico, non mancano nella sua opera quelle zone d’ombra folli e autodistruttive che hanno contraddistinto anche la sua vita privata. Una filmografia, la sua, meritevole di una attenta rivalutazione.

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