Altri padri, di Mario Sesti

Un thriller che vorrebbe essere una critica sociale, ma che getta troppa carne sul fuoco, senza riuscire a trovare il giusto spazio per tutti gli argomenti che va a toccare. Fuori concorso.

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Quello dei padri separati è uno dei segreti di Pulcinella dell’Italia, un problema di cui tutti sono a conoscenza ma di cui si parla poco: nel 70% dei casi di divorzio la casa familiare resta al coniuge femminile, anche in situazioni di mutui condivisi o di proprietà esclusiva. I numeri salgono al 94% quando si parla di assegni di mantenimento. Altri padri, primo film di finzione del critico crinematografico e documentarista Mario Sesti (Mondo Sexy, Bernardo Bertolucci: no end traveling), presentato fuori concorso al Torino Film Festival, vorrebbe puntare una luce sulla situazione dei padri separati nel nostro paese, che costituiscono un terzo degli ospiti italiani nei rifugi della Caritas.

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L’amore tra Giulio e Annalisa è ormai finito e la separazione segna l’inizio dell’incubo per lui. Prima impossibilitato a vedere i figli in seguito di false accuse di violenza domestica, poi arrestato per aver violato un ordinanza restrittiva, infine incarcerato perché trovato in possesso di  una dose di cocaina di cui non riesce a spiegare la provenienza. La situazione sembra senza uscita, ma una zelante agente dei carabinieri potrebbe rivelarsi l’ultima speranza di Giulio.

Sebbene il film parta da un assunto di critica sociale interessante perde presto il suo obbiettivo. La situazione del padre separato passa in secondo piano, favorendo invece una trama thriller di inganni e sotterfugi, che vorrebbe arricchire e rendere più emozionante Altri padri, ma si rivela invece il suo grande punto debole in quanto piuttosto prevedibile, soprattutto nella risoluzione che avviene per una serie di azioni e di colpi di fortuna dal sapore artificioso e irrealistico.

Tirando le somme il film risulta un grande minestrone, in cui si mescolano diverse istanze critiche (i padri divorziati, la svalutazione dei ruoli artistici femminili, la prigione come rifugio dal mondo esterno) e diversi generi (il thriller, il poliziesco, il film di critica sociale), in una convivenza che non trova il giusto spazio per gli adeguati approfondimenti che tutti questi temi meriterebbero. Data la natura, già di per se drammatica, del tema affrontato, viene da chiedersi se l’arricchimento melodrammatico fosse proprio necessario.

 

Regia: Mario Sesti
Interpreti: Paolo Briguglia, Chiara Francini, Maria Grazia Cucinotta, Lucrezia Guidone, Pino Calabrese, Antonio Catania, Ricky Tognazzi
Distribuzione: Morol srl.
Durata: 111′
Origine: Italia, 2021

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.5
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Il voto dei lettori
3.21 (14 voti)
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