Benson – La vita è il nemico, di Maurizio Scarcella

Un’opera prima dallo spirito indipendente che mostra alcuni limiti dell’esordio ma riesce a restituire dignità e spessore ad una figura mitologica dell’universo musicale underground romano

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Definire un personaggio così complesso come Richard Benson non è affatto semplice. Lui stesso ci ha provato durante l’intervista rilasciata a Valerio Lundini poco prima della sua scomparsa: “Richard Benson ha il cuore nel metallo e sopra ha anche il peso di un cervello”. Chi ha imparato a conoscerlo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, durante la fase di esperto musicologo su tv private locali, sarà perfettamente d’accordo con questa definizione. La realtà dei fatti purtroppo è molto diversa, perché Richard Philip Henry John Benson viene ricordato dai più come fenomeno trash di youtube, o come quel personaggio bizzarro che si prestava a concerti-zoo in cui veniva bersagliato da ogni tipo di oggetto e insulto. Benson – La vita è il nemico di Maurizio Scarcella tenta di tirare le fila del discorso e approfondire una figura mitologica del panorama musicale underground romano, cercando di rispondere alla domanda che tutti i fan si sono posti almeno una volta: chi è davvero Richard Benson?

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Nel 2016 compare un video molto doloroso in cui Richard, insieme all’inseparabile moglie Ester, chiede aiuto pubblicamente a causa di gravi problemi economici e di salute. In quel momento Scarcella decide di seguire la coppia nella propria quotidianità e documentare la loro esistenza nel momento di maggiore fragilità, l’unico in cui si può realmente intravedere l’uomo dietro al personaggio. Il documentario è innanzitutto un enorme lavoro di archivio in cui sono stati raccolti e riesumati filmati amatoriali e spezzoni di trasmissioni televisive locali. Sono presenti inoltre diverse testimonianze di collaboratori e volti noti che nel tempo hanno avuto a che fare col Re del metallo, tra cui Vittorio Sgarbi, Giuseppe Cruciani, Max Giusti, Federico Zampaglione e il mitico Massimo Marino, altro animale del sottobosco televisivo romano. Ma è solo dal racconto degli amici storici che si riesce in qualche misura a comprendere l’uomo dietro a quella maschera che Richard si è creato negli anni, due identità che hanno finito per combaciare.

Se esiste uno spartiacque nella vita di Richard Benson è senza dubbio l’incidente avvenuto sul Tevere a cavallo del nuovo millennio, quando il chitarrista è precipitato da Ponte Sisto rendendo necessari diversi interventi chirurgici che ne hanno pregiudicato la capacità di suonare in modo “infernale”. Richard non si è mai più ripreso da quello che, ancora oggi, sembra un tentativo di suicidio. Il concerto al Coetus Pub del dicembre 2005, ricordato come Il Natale del Male e passato alla storia per il celebre “sacrificio del pollo”, rappresenta il momento esatto in cui Richard decide di cavalcare l’onda della demenzialità live accogliendo insulti e istigando il pubblico al lancio di oggetti, tanto da decidere di montare una gabbia protettiva dal concerto successivo. Tutto ad un tratto Richard si è trovato in un’epoca che non lo capiva più e che non aveva neanche gli strumenti per capirlo. Per questo motivo si è aggrappato all’unico aspetto che sembrava ancora attrarre pubblico, nonostante la deriva becera che il fenomeno ha assunto negli anni.

Benson – La vita è il nemico è un’opera prima piuttosto complessa e ambiziosa, soprattutto data la grande varietà di materiale a disposizione e il delicato momento post mortem. Manca di equilibrio tra il materiale d’archivio e la narrazione al presente e soprattutto tenta di aggiungere un finale dopo l’altro in maniera confusa, probabilmente con l’obiettivo di lasciare un bel ricordo e restituire dignità alla memoria del protagonista, cosa che, dopotutto, si può dire riuscita.

Per rispondere alla grande domanda che ci siamo posti all’inizio di questo articolo, Richard Benson è stato iperbole fatta persona, coerente estremo, fervente iconoclasta e misterioso demone televisivo. La sua traiettoria è quella di chi non si piega e non si vende, sempre fedele al proprio ideale e alle proprie convinzioni, con l’unica colpa di essere un animale del secolo scorso che ha vissuto troppo a lungo e ha raggiunto un millennio che non gli è mai appartenuto.

Quando Richard Benson sarà morto, chi vi rimane?

 

Regia: Maurizio Scarcella
Distribuzione: Piano B Distribuzioni con la collaborazione di Andromeda Film
Durata: 100′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.06 (16 voti)
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