Brigitte Bardot Forever, di Lech Majewski

Le icone della musica e del cinema guidano il giovane Adam in un viaggio all’estenuante ricerca dell’immagine evocativa che non trova la giusta misura tra visionarieta e dialogo.

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In Brigitte Bardot Forever Lech Majewski, dopo aver diretto I colori della passione (2011), Onirica – Field of Dogs (2014), Valley of the Gods (2019), adatta per il grande schermo il suo romanzo, Brigitte Bardot the Wonderful, in cui confluiscono i ricordi della sua infanzia e della sua giovinezza.

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Secondo dopoguerra. Polonia comunista. Il giovane Adam vive con la madre e attende da sempre il ritorno del padre, disperso dopo la Seconda guerra mondiale. Quando la polizia segreta irrompe nella sua abitazione e tormenta la madre, Adam si rifugia in un cinema che proietta Il disprezzo di Godard e si ritrova catapultato nelle stanze private di Brigitte Bardot. Il misterioso hotel è abitato da affascinanti personaggi sia di fantasia sia reali. Adam si ritrova così accompagnato da Marlon Brando, Cézanne e i Beatles nella ricerca di suo padre.

Dopo una prima parte che descrive alcuni momenti dell’infanzia del protagonista che cresce sotto lo sguardo di Stalin e della Polonia socialista, Majewski si abbandona alla visionarietà di un viaggio surreale dai toni caldi che riportano alla mente Grand Hotel Budapest di Wes Anderson. Nella prima scena in cui vediamo il padre di Adam in uniforme militare fluttuare a bracci aperte tra le nuvole, Majewski definisce il tono surreale che caratterizzerà l’intero film. Brigitte Bardot Forever è infatti un omaggio al cinema e all’arte in generale che esula dal formato documentaristico, assumendo un significato meta cinematografico. La pellicola mescola elementi di realismo storico e fantasia, ma fatica a raggiunge la profondità onirica di altri film comparabili come Midnight in Paris e La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen. Majewski dirige con un ritmo pacato che si snoda attraverso dialoghi talvolta troppo esplicativi con salti temporali resi poco efficaci ed evidenziati solo da un minimale cambio di immagine. Nello stesso modo, il cammino di Adam nell’hotel è regolato unicamente dagli incontri con le diverse icone pop della musica e del cinema, da Brigitte Bardot a Simon Templar, dai Beatles a Raquel Welch, tutte figure che simboleggiano le varie fasi della sua ricerca del padre e di sé stesso.

Tra gli interpreti spicca Joanna Opozda, che convince riprendendo i tratti iconici di Brigitte Bardot in un ruolo affidatole con il diretto “benestare” dalla diva francese. Majewski ha infatti rivelato che, dopo un casting a Los Angeles frequentato da numerose attrici note, Brigitte Bardot, presente alle selezioni, ha respinto tutte le candidate tranne Opozda.
Brigitte Bardot Forever invita a sognare ad occhi aperti attraverso le innumerevoli citazioni (come accadeva al piccolo Totò di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore), ma si ha la sensazione che non sempre Majewski riesca a mantenere l’equilibrio o a trovare la giusta misura tra visionarieta e dialogo. Il momento in cui Adam vede la Bardot nuda, in una scena de Il disprezzo di Godard, è senz’altro uno di quegli istanti in cui veniamo sfiorati dal sospetto di assistere ad una scena destinata a fissarsi nella memoria. Tuttavia il film finisce per condannarsi a una ricerca incessante dell’immagine evocativa, senza mai raggiungere quella definitiva.

 

Titolo originale: Brigitte Bardot cudowna
Regia: Lech Majewski
Interpreti: Kacper Olszewski, Magdalena Rózczka, Joanna Opozda, Weronika Rosati, Andrzej Grabowski, Tomasz Sapryk, Bogdan Kalus, Elzbieta Okupska, Stanislaw Brudny, Gabriela Chojecka
Distribuzione: CG Entertainment in collaborazione con Cinema Beltrade – Barz and Hippo
Durata: 122′
Origine: Polonia, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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Il voto dei lettori
3 (2 voti)
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