Lo squarcio di una nazione passa dalle storie delle persone che la attraversano, le strade sono un deposito infinito di racconti e generici riassunti di corpi volti e passioni. Trasportano ricordi e desideri, impulsi inconfessabili e nostalgia di casa. La gente ordinaria e le rotte periferiche sono il campo preferito di John Swab già dai tempi di Run with the Haunted, segni vitali deboli di un presente in malora, apice di un processo fallito in partenza. Il sogno americano si regge ormai sulla disillusione dei finti ideali, i simboli del successo sono la faccia pulita di una realtà malata, frammentaria, avida, tematiche che in Body Brokers emergono dal business dei centri di recupero per tossici con una struttura della truffa derivata idealmente da The Big Short e Panama Papers. Mancano gli esempi da seguire, manca il supporto familiare e se c’è è pessimo, come dimostra già Ida Red, una storia sanguinosa sui legami, la delinquenza, la corruzione dei costumi, con tutta l’ambiguità di una società allo sbando ed una forma che fa venire in mente le atmosfere evocate da James Gray.

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Le lot lizard sono delle prostitute che frequentano i parcheggi delle autogrill in cerca di clienti, attive soprattutto nelle aree di sosta riservate ai camionisti. Quella di Swab si chiama Candy Land, sta in Montana, ed offre delle leccornie trasgressive. Sono ragazze senza futuro, ed il sesso e l’unico strumento di scambio per provare ad immaginarne uno. Quello del regista americano, originario di Tulsa (territorio descritto recentemente nella serie stalloniana Tulsa King) è un cinema mutevole, anomalo ma anche molto interessante che si sposta tra i generi, un’anima indie testimoniata dal ricoprire anche i ruoli di sceneggiatore e produttore. Sia dramma, racconto di formazione o poliziesco, la traccia dei personaggi resta quella di un risveglio traumatico di una violenza subita e delle sue terribili conseguenze. Stavolta la rappresentazione segue i dettami dell’horror movie, declinato nel finale sullo slasher innescato dal delirio religioso, altro ingrediente canonico insieme all’erotismo macabro.

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L’idea di confinare la trama in un crocevia di passione in vendita crea un microcosmo anarchico dove la legge è solo un’altra minaccia da cui difendersi. L’enorme spazio circostante diventa un muro ed il fattore tempo qualcosa di incandescente, annullato, squallido. La protagonista psicopatica chiamata dal cielo a punire i peccatori con la morte è il risultato di un codice frustrato ed impaurito dalle sue stesse pulsioni, capace soltanto di emettere una condanna ed annunciare l’imminente giorno del giudizio con un cerimoniale funesto. Swab torna a lavorare con ai rapporti illegittimi, alla amicizie rese speciali dal dolore condiviso e lo fa rendendo i suoi personaggi leggeri come fantasmi, distaccati, evasivi, senza passato. E inclini ad affondare il presente nell’oblio dei sensi. Droghe, alcool e bugiarde illusioni, un gergo ruvido pieno di dolcezze. Distrutto da un’ignoranza bigotta ed eloquio forbito, fucina diabolica del male, padri terrorizzati e verginità in pericolo, candidi apostoli di un credo malato alla radice in cerca di agnelli sacrificali.

Titolo originale: id.
Regia: John Swab
Interpreti: Olivia Luccardi, Eden Brolin, Guinevere Turner, Virginia Rand, Brad Carter, William Baldwin, Owen Campbell, Billy Blair
Durata: 93′
Origine: USA, 2022

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