Do Not Expect Too Much From the End of the World, di Radu Jude

Un film stratificato, denso, per cui un’unica visione non basta a decifrarne la portata riflessiva. Un ulteriore passo in avanti nella filmografia di Jude. Concorso Internazionale.

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Davanti a noi, un orologio senza lancette, sotto una frase in rumeno sentenzia:

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“È più tardi di quello che pensi.”

Il nuovo film di Radu Jude è pieno di battute, aforismi e citazioni. Lo stesso titolo utilizzato dal regista rumeno è preso in prestito da un aforisma del poeta polacco Stanislaw Jerzy Lec. Do Not Expect Too Much From the End of the World, Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo, è una dichiarazione d’intenti, tematici e stilistici, ancora più forte del precedente lavoro di Jude, Sesso sfortunato e bugie porno.

L’aforisma etimologicamente delimita, riassume in unità, in una proposizione, la pluralità delle precedenti osservazioni sul medesimo tema. Allo stesso modo, il film di Jude incarna la definizione di aforisma, condensando lo scontro tra due direttrici apparentemente opposte, il comico e il tragico, che, mai come questa volta, convivono sulla superficie di ciascun fotogramma di Do Not Expect Too Much From the End of the World.

Lo scontro tra “opposti” si gioca anche sul fronte stilistico. Jude divide il suo film in due atti, di cui l’uno diventa la negazione dell’altro. Il primo, frammentario, è un susseguirsi di brevi sequenze in cui seguiamo le peripezie di Angela (Ilinca Manolache), un’assistente di produzione sfruttata e sottopagata che attraversa Bucarest in macchina per filmare il casting di un video relativo alla sicurezza sul lavoro, commissionato da una multinazionale austriaca. Qui Jude si diverte un mondo a giocare con registri, formati e montaggio. TikTok, film d’archivio, l’irrealismo dei filtri di “bellezza” e il puro realismo fotografico del bianco e nero entrano a far parte di un’unica grande narrazione che si nutre di eccessi, di sacro e osceno, moderno e passato. Poco importa. Nel cinema del regista rumeno tutti possono coabitare nello stesso spazio narrativo e produrre senso. A questa prima sezione, che letteralmente vola nel giro di due ore, Jude risponde in maniera antitetica, con una seconda parte molto breve, ma volutamente estenuante nella sua messa in scena. In un piano sequenza di venti minuti ci mostra le riprese dello spot relativo alla sicurezza sul lavoro, in cui un lavoratore vittima di infortunio sul posto di lavoro rivela le responsabilità della stessa società nel suo incidente. Questa volta il gioco, come nel processo alla professoressa di Sesso sfortunato e bugie porno, interessa l’alternarsi di voci in e off, di personaggi che entrano ed escono dal quadro statico, in cui gli unici personaggi che vediamo per tutta la sequenza, la famiglia del lavoratore protagonista dello spot, sono coloro a cui viene censurata metaforicamente e non la propria voce, la propria verità.

La satira dai toni grotteschi sulla società contemporanea, il gioco degli opposti pieno di citazioni, aforismi, battute e scambi tra registri non può più essere considerato (soltanto) un semplice esercizio di stile. Questo film di superfici, come l’ha definito lo stesso Jude, riassume nell’unità del film-aforisma tutte le suggestioni del suo cinema e analizza con una straordinaria profondità riflessiva le immagini del mondo in cui viviamo. Basta un TikTok per avere contezza di temi come la morte, lo sfruttamento sul lavoro, la gig economy, la guerra in Ucraina? Dramma, in parte commedia, in parte road movie, in parte film di montaggio, in parte film d’archivio (Angela merge mai departe, 1981) che sconfina attraverso i suoi protagonisti (Dorina Lazăr, László Miske) all’interno della pellicola contemporanea di Jude.

Do Not Expect Too Much From the End of the World è un film stratificato, denso, per cui un’unica visione non basta a decifrarne completamente la portata riflessiva. Un ulteriore passo in avanti nella filmografia di uno dei cineasti europei la cui analisi sulla contemporaneità sembra aver raggiunto il suo apice espressivo.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
4.33 (3 voti)
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