DOCUMENTARIO – Punto Doc (ottobre)


Un mese di documentari. Tutti i premi dei maggiori festival nazionali ed internazionali. Tutte le notizie in anteprima le trovi sul profilo facebook Punto Doc

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I cinque finalisti che si contenderanno il Doc/it Professional Award:

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Cielo senza terra di Giovanni Maderna e Sara Pozzoli

 

El sicario – Room 164 di Gianfranco Rosi

 

Il castello di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

 

Left by the ship di Emma Rossi Landi e Alberto Vendemmiati

 

 • This is my land…Hebron di Giulia Amati e Stephen Natanson

 

 

 

 

BuckAl Zurigo film festival (22 settembre – 2 ottobre) il premio miglior documentario è stato assegnato a Buck di Cindy Meehl. “Il tuo cavallo è lo specchio della tua anima. A volte non vi piace quello che vedi. A volte, si” così dice Buck Brannaman, un cowboy americano che gira il Paese per nove mesi all’anno per aiutare la gente che ha problemi con i propri cavalli. La storia di un vero “uomo che sussurra ai cavalli” che evita la violenza e la punizione nel suo metodo educativo ed insegna alle persone a comunicare con i cavalli attraverso la sensibilità, la compassione ed il rispetto. Menzione speciale per Lemon di Laura Brownson e Beth Levison . Lemon Andersen è un poeta d’avanguardia che esibisce sul palco dei suoi spettacoli tutta la sua esperienza di povertà e criminalità, combattendo contro i demoni del passato per puntare ad un futuro più luminoso.  Premio miglior documentario in lingua tedesca per Darwin di Nick Brandestini. Una comunità di 35 persone, che vive isolata nella Death Valley, in California, deve trovare il modo di coesistere in un luogo senza governo, chiesa, lavoro e bambini. Ognuno degli abitanti di Darwin ha un passato da dimenticare o con cui fare i conti, e qui cerca di trovare un posto dove riemergere dai tragici eventi che ne hanno segnato le esistenze. Ma la loro sopravvivenza dipende anche da un fragile sistema di approvvigionamento dell'acqua che scende dai monti dove si testano armi top secret. Una goccia "accidentale" potrebbe spazzare via la loro città.

 

 

 

 

Il valzer dello zecchinoIl Valzer dello Zecchino di Vito Palmieri vince nella competizione documentari all’Annecy cinema italien (27 settembre – 4 ottobre). E’ un giorno di settembre. Sul palco dell’Antoniano vengono annunciati i nomi dei finalisti dello Zecchino d’oro che si terrà due mesi dopo, a novembre. Tra loro ci sono Edoardo, Carlo e Luana, tre bambini diversi per origine e per provenienza sociale. Li accomuna però l’amore ed il fermento delle famiglie, che li accompagnerà durante tutta la preparazione, fino alla gara finale. Uno spaccato dell’Italia contemporanea da nord a sud, per scoprire cosa ci distingue e cosa ci unisce. Altri premi per Fughe e approdi di Giovanna Taviani e Italy: love it, or leave it di Gustav Hofer e Luca Ragazzi.

 

 

 

How to start a revolutionMiglior documentario al Raindance film festival (28 settembre – 9 ottobre) è How to start a revolution di Ruaridh Arrow. Gene Sharp è il profeta della non violenza o un agente della CIA? Di certo il suo From Dictatorship to Democracy è uno dei libri più diffusi al mondo, tradotto in più di 40 lingue e scaricabile gratuitamente dalla rete. Questo manuale è diventato in poco tempo la guida per molti movimenti di rivolta contro le dittature. Ispirate dai suggerimenti di Sharp, le rivoluzioni ‘colorate’ hanno invaso l’Ucraina e l’Iran, l’Egitto e l’Indonesia, lasciandosi dietro le macerie del passato e una voglia di futuro. Il film sarà proiettato al festival dei Popoli di Firenze.

 

 

 

IthembaAll’I've seen films (5 -14 ottobre) vince come miglior documentario Ithemba (Hope) di Elinor Burkett. Immaginate un Paese dove muoiono più persone di AIDS, malnutrizione e mancanza di cure mediche, di tutti quelli che ogni settimana vengono uccisi in Afganistan, Iraq e Darfur insieme. Immaginate un Paese dove gli ospedali funzionano senza medici, i quartieri urbani possono restare anche mesi senza acqua e la disoccupazione arriva anche al 90%. Poi immaginate di spostarvi in quel Paese su una sedia a rotelle, senza il funzionamento delle mani, o con qualche altra disabilità, in una cultura dove i disabili sono etichettati come maledetti. Bene, ora smettete di immaginare perchè quel Paese esiste. Ithemba ci porta in Zimbawe per seguire la storia della band Lyiana: otto giovani musicisti che cercano di combattere i pregiudizi con ironia e tanta grinta.

 

 

 

 

The collaborator and his familyAl Yamagata international documentary film festival (6 – 16 ottobre) trionfa The Collaborator and His Family di Ruthie Shatz e Adi Barash. Un padre che ha lavorato come collaboratore per Israele è costretto a lasciare la Palestina, con moglie e cinque figli, per ritornare a vivere a Tel Aviv. Ma accade che in Israele non  trova la protezione sperata. E addirittura non gli viene concesso il permesso ufficiale di risiedere nel Paese. Non gli resta altra scelta che condurre un'esistenza senza sosta ed esposta a pericoli e vendette. Tutti gli altri premi qui.

 

 

 

 

PassionAll’Asiaticafilmediale (12 – 22 ottobre) miglior documentario è Passion di Byamba Sakhya. Sullo sfondo degli scenari naturalistici mozzafiato della Mongolia, il film segue i vagabondaggi di villaggio in villaggio compiuti dal regista Binder Jigjid per promuovere il suo film a bassissimo budget. Lungo la strada, Binder filosofeggia sul socialismo, sulla realtà cinematografica commerciale e sui sogni infranti. L’esperienza di Binder contrasta con quella del padre, Jigjid, un distinto regista durante il regime comunista. Menzione speciale per Lumpinee di Chira Wichaisuthikul. Il destino porta un gruppo di ragazzini senza futuro nel violento mondo della boxe thailandese. Potrebbe sembrare un atto ingiusto agli occhi di alcune persone, ma il Thai boxing è una medaglia a due facce nella società thailandese. Per questi ragazzini potrebbe costituire l’unica opportunità. Altra menzione per Together di Zhao Liang. Girato assieme al film Love for Life di Gu Changwei,  il documentario  non è soltanto un “making of” , ma è anche un toccante viaggio nelle vite dei pazienti che soffrono di AIDS in Cina. Sebbene alcune delle persone seguite dal documentario abbiano recitato come attori nel lungometraggio di Gu Changwei, le loro storie sono reali e commoventi.

 

 

 

LauraAl Hamptons international film festival (13 – 17 ottobre) il premio della giuria come miglior documentario è andato a Laura di Fellipe Barbosa. Un migrante brasiliano a New York vive due vite contraddittorie. Di notte partecipa ai party più glamour ed esclusivi, mentre di giorno lotta contro la povertà e lo sfratto. Premio del pubblico a Hard times: lost in Long Island di Marc Levin. La grande recessione americana “ufficialmente" si è conclusa nell'estate del 2009, ma per 25 milioni di americani disoccupati la crisi economica continua. La loro vita è stata pignorata e i loro sogni sono diventati incubi. Sono come scomparsi, sfrattati dalla nostra coscienza collettiva. Altro premio per Vodka factory di Jerzy Sladkowski. Due donne vivono a Zhiguljovsk, nella profonda provincia russa. La 50enne Tatiana e la 22enne Valentina sono mamma e figlia. Una spera nell’amore dopo decenni di solitudine, l’altra sogna di diventare una star della tv . La mamma guida gli autobus, la figlia lavora in una fabbrica di vodka. Per realizzare il suo sogno, Valentina dovrebbe trasferirsi a Mosca, lasciando il figlio Danilo di 5 anni a casa della nonna. Nonna che, invece, avrebbe bisogno di rimanere da sola per dedicarsi al suo problematico rapporto d’amore.

 

 

 

 

Into the abyssAl Bfi London film festival (12-27 ottobre) il miglior documentario è Into the abyss: a tale of death, a tale of life di Werner Herzog. La storia di detenuti in attesa di esecuzione in un carcere di massima sicurezza in Texas. Herzog si concentra in particolare su due persone:  Michael Perry, intervistato e filmato fino a pochi giorni prima della sua esecuzione, e Jason Burkett, sfuggito alla morte ma condannato al carcere a vita dopo che suo padre, egli stesso un criminale condannato, ha chiesto clemenza.

 

 

 

 

happy peopleAl Tokyo International film festival (22-30 ottobre) il Toyota earth grand prix special jury prize è andato al documentario Happy people: a year in the Taiga di Werner Herzog  e Dmitry Vasyukov. La vita della popolazione indigena del villaggio di Bakhtia, situato sulle rive del fiume Yenisei nel cuore della Taiga siberiana. Ci sono solo due modi per raggiungere questo posto: in elicottero o in barca. Qui, nel profondo di questa landa desolata, non c'è un telefono a disposizione, né acqua corrente o assistenza medica. Il documentario segue le vicende del villaggio per un periodo di un anno. La loro routine quotidiana è rimasta pressoché invariata nel corso degli ultimi secoli: continuano a vivere e a cacciare secondo le loro antiche tradizioni. Il film è stato presentato in Italia al Trento film festival.

 

 

 

 

 

Lost landAll’Jihlava international documentary film festival (24 – 30 ottobre) miglior documentario internazionale è stato Lost land (Territoire perdu) di Pierre-Yves Vandeweerd. “Spesso mi si domanda perché i Saharawi lottano per un territorio così vuoto. Ho sempre pensato che le persone si battano in nome dell'attaccamento verso un territorio. La maggior parte di loro fino all'esilio non erano abituati a confrontarsi con delle frontiere. Nel film ho voluto dar conto di questo pensiero nomade”. Un film, girato in Super 8, che comincia immerso nel vento e che, come una nave del deserto, veleggia senza punti di riferimento. Tuttavia trova con estrema precisione il suo centro di gravità. In concorso al festival dei Popoli di Firenze. Premio best Central and East european documentary è stato Bakhmaro di Salome Jashi. Best czech documentary è stato Obscurantist and his lineage di Karel Vachek). Altro premio per Solar eclipse di Martin Mare?ek

 

 

 

It's the earth not the moonAl DocLisboa (20 – 30 ottobre) miglior documentario internazionale è It's the earth not the moon di Gonçalo Tocha (menzione speciale della giuria all’ultimo festival di Locarno). Nel 2007 un cameraman e un tecnico del suono sbarcano sull’isola di Corvo, la più piccola dell’arcipelago delle Azzorre. Il “Corvo” è una scogliera lunga sei chilometri e larga quattro, in pieno Oceano Atlantico, con un cratere vulcanico e un unico, minuscolo paese di 440 persone. A poco a poco gli abitanti iniziano ad accettare la presenza della mini troupe cinematografica, mentre i due membri che la compongono scoprono questa civiltà impenetrabile di quasi 500 anni di storia, di cui non esiste praticamente memoria scritta  Premio speciale della giuria per Lost land di Pierre-Yves Vandeweerd. Premio new talent per Ami, entends-tu di Nathalie Nambot. Miglior documentario portoghese è Yama no anata di Aya Koretzky. Premio miglior opera prima a The way we are di Pedro Filipe Marques. Altri premi qui.

 

 

 

 

El casamientoAl festival del cinema latino americano a Trieste (22-30 ottobre) miglior film è stato El casamiento di Aldo Garay.  La storia d'amore della transessuale uruguayana Julia Brian e dell’ex operaio edilizio Ignacio González. Nella sezione contemporanea ha vinto El fin del Potemkin di Misael Bustos. Nel 1991, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, il peschereccio sul quale lavora Viktor resta abbandonato a Mar del Plata. Senza destinazione e senza nazione, il marinaio è costretto ad accettare la sfida di sopravvivere in un paese straniero. Vent'anni dopo, senza aver mai fatto ritorno in patria, continua a combattere per resistere in questo prolungato esilio. Menzione speciale per Tren Paraguay di Mauricio Rial Banti. Altro premio Laberinto verde di Abel Kavanagh.

 

 

 

Le sinossi sono tratte dai siti dei festival, dai siti ufficiali dei film, da www.cinemaitaliano.info e www.italiandoc.it/

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    Un commento

    • cindy andersen

      roger waters the wall:voglio sponsorizzare il nuovo tour dei pink floyd musicisti re della psichedelia simpatici e molto umani mi inviano sempre delle musiche da fiaba bravissimi e bellissimi no non ho una cotta verso david gilmour sono insegnante di musica diplomata ricordo che alla verifica sul èpipianoforte i prfo mi chiesero di esibirmi con dei brani difficili di dark side of the moon ah non credete nei gossip il marito la moglie ma nel cuore di syd barret andate ai loro maxitour bravissimi!!!!!