È morta Sandra Milo

Si è spento a 90 anni uno dei pilastri di sessant’anni del nostro cinema. Dall’esordio con Pietrangeli alla consacrazione con Fellini fino alle ultime collaborazioni, tra cinema pop e d’autore

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Si è spenta nella notte, a 90 anni, Sandra Milo, volto centrale del cinema di Fellini ma personalità fondamentale per quasi sessant’anni del nostro cinema.

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Nata a Tunisi, Sandra Milo (al secolo Salvatrice Elena Greco) esordisce a poco più di vent’anni in Lo Scapolo, con Alberto Sordi, diretta da Antonio Pietrangeli. Appena quattro anni dopo, nel 1959, arriva già il primo ruolo importante della sua carriera. È infatti Olga, una delle amanti illuse da Emanuele Bardone/Vittorio De Sica in Il Generale Della Rovere di Roberto Rossellini. È la sua porta d’ingresso per il cinema d’alta fascia. Da quel momento, infatti, pur senza mai allontanarsi troppo da Antonio Pietrangeli (che la rivorrà in Adua e le compagne e in Fantasmi a Roma), collaborerà con autori quali Luigi Zampa e soprattutto Federico Fellini. Sarà infatti il regista riminese a plasmare in modo evidente la sua personalità attoriale, costruendo su di lei un ruolo da femme fatale ingenua e al contempo ribelle che assecondava le fantasie del regista e metteva in difficoltà i suoi personaggi maschili, ponendosi in diretta antitesi con mogli più conservatrici e remissive. Dopo la consacrazione, avvenuta con 8 e 1/2 e Giulietta Degli Spiriti, la Milo verrà invitata a esportare il suo “tipo” anche in altro cinema italiano, come in L’Ombrellone, di Dino Risi, dove interpreta la vivace moglie del protagonista Enrico Maria Salerno, prima, però, nel 1963, vale la pena segnalare La visita, in cui il solito Antonio Pietrangeli le permette di ricoprire uno dei suoi ruoli più complessi, quello di Pina, una giovane che vuole combattere la sua solitudine insieme ad Adolfo, impiegato quarantaquattrenne anche lui in cerca di una sistemazione affettiva.

Tesa tra l’Italia e la Francia, la carriera della Milo subirà una pausa alla fine degli anni ’60, quando l’attrice deciderà di dedicarsi principalmente alla famiglia. Tornerà sulle scene alla metà degli anni ’80, dividendosi tra cinema e tv, in cui diverrà una dei primi volti famigliari dei canali prima Rai e poi Fininvest all’alba delle trasmissioni commerciali.

Lentamente, la Milo modificherà i suoi personaggi per farli divenire esponenti di una maturità ribelle e ironica, che spesso giocano a sovvertire gli equilibri della famiglia borghese di cui sono matriarche.

Non mancheranno neanche in quest’ultimo periodo collaborazioni più o meno di peso, come quella con Pupi Avati in Il cuore altrove o con Gabriele Muccino in A Casa Tutti Bene. Tra i suoi ultimi ruoli, un’apparizione in Roma santa e dannata, doc di Daniele Ciprì, Roberto D’Agostino e Marco Giusti sullo spirito profondo della Capitale e sui suoi fantasmi uscito alla fine del 2023 ed un’incursione nella serialità delle piattaforme in Gigolò per caso di Eros Puglielli su Prime Video.

 

Di seguito la nostra Top 5 dei suoi ruoli iconici

 

Lo Scapolo (1955, Antonio Pietrangeli)

8 1/2 (Federico Fellini, 1963)

La visita (Antonio Pietrangeli, 1963)

 

A casa tutti bene (Gabriele Muccino, 2018)

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