FCAAAL 26 – Quarto giorno – Donne, l’energia al cinema

Due film che nascono dall’energia femminile. Mina walking dell’afghano Yosef Baraki e We’ve never been kids dell’egiziano Mahmood Soliman, vivono fisicamente sui corpi delle loro protagoniste.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Mina walking, il film afghano in concorso, diretto dal ventisettenne regista Yosef Baraki proveniente da quel paese, ma che vive in Canada, è un piccolo miracolo. Girato in diciannove giorni con una troupe minima per le strade di Kabul, il film è nato e vive grazie alla sua giovane protagonista, perché il film lo fanno gli occhi vivi e imbattibili di Farzana Nawabi.
Mina vive a Kabul con un nonno in pieno delirio senile e forse anche epilettico, un padre del tutto assente e tossicodipendente che spreca i pochi soldi in eroina e lei, senza madre, tiene in piedi la baracca, bada al nonno e prova a tirare il padre fuori dai guai. La sua è una vita durissima in un Paese in cui comandano gli uomini.
Mina walking è un film pieno, strapieno di temi, di tracce, dalla Mina walking, Barakisituazione sociale a quella femminile, dalla struttura familiare ad un’economia primitiva, ma il film vive del tutto sulle gambe della sua giovanissima protagonista. Mina cammina, corre, scambia, vende, va a scuola, bada ai due maschi di casa, lava, prepara il cibo, baratta, sbaglia, corre da una parte all’altra con una energia infinita, instancabile e invincibile perché non ha paura di nessuno e combatte con la sua adolescenza come una giovane leonessa in un mondo ostile e cattivo. Per dare forma a questa congerie di storie che si accumulano nelle infinite giornate della nostra giovane protagonista Baraky realizza un film che se assomiglia ad un documentario poiché entra nei particolari di una società gravata da problemi infiniti, dove servirebbe un grandissimo lavoro per rimettere in ordine un sistema innanzi tutto per renderlo più paritario tra uomini e donne è anche vero che racconta una storia precisa, così come precisi sono i gesti e le decisioni di Mina. Ecco quindi che Mina walking diventa un film nervoso, frenetico, un piccolo fiume in piena che prosegue inarrestabile e sembra travolgere tutto e tutti. Girato con

Mina walkinguna certa rabbia sopita, pare quasi che ogni immagine sia una piccola ferita da rimarginare, ma Baraky non ha indulgenze neppure verso se stesso e utilizza (anche lui) la sua giovane Mina per portare la sua voce oltre le montagne dell’Afghanistan. Un vero e proprio cinema civile che diventa biografia di una solitudine assoluta e ormai rassegnata. Mina è un esempio di pura energia, forse non sempre totalmente positiva, ma sicuramente sempre esemplare e il suo incessante movimento si contrappone all’immobilità che si percepisce, di quella maschile che domina i giochi politici e definisce i destini femminili. Quando Mina comprenderà che il padre l’ha venduta ad un anziano per il matrimonio decide di porre fine ad ogni lotta e si consegna in burqa ad un caporale che gestisce l’accattonaggio delle donne. Ma gli occhi fiammeggianti di Mina ci fanno comprendere che presto la sua vita cambierà.
Non è molto lontano da questi temi l’altro film del concorso, We’ve never been kids,Mahmood Solimanl’egiziano We’ve never been kids di Mahmood Soliman. Per 13 anni il regista seguirà le vicende di una donna e dei suoi quattro figli che vivono a Il Cairo, metropoli che spesso in questi giorni ha mostrato, attraverso un cinema che sempre di più vuole avere un ruolo nel difficile cammino verso il rinnovamento del Paese.
Anche qui la protagonista è un personaggio femminile, ma questa volta reale così come veri sono i problemi che deve e ha dovuto affrontare dopo due matrimoni sbagliati e avere messo al mondo quattro figli che se l’hanno aiutata da ragazzini, in età più adulta smarriscono la propria freschezza creando fratture nel corpo familiare. Qualcuno di loro si sarebbe perduto tra le pieghe di una difficile collocazione sociale con il rischio di una tangenzialità al terrorismo che pesca proprio in queste sacche di insoddisfazione i suoi adepti. Nadia ha sempre lavorato duro per le strade della metropoli ad affilare coltelli e lame con la sua pietra circolare sulle spalle, così, da sola, ha sfamato la sua famiglia.
Soliman partecipa a questa evoluzione familiare e vede sotto i suoi e sotto quello dell’obiettivo della sua cinepresa i ragazzini crescere e diventare adolescenti e poi giovani e guarda, invece il viso di Nadia che si consuma tra le rughe di una perenne insoddisfazione e di una insanabile paura del futuro. Film We’ve never been kidsconcepito come un racconto fluviale che nasce dopo una dura selezione di tutti materiali filmati, We’ve never been kids non si limita a raccontare le vicende di Nadia e della sua famiglia, ma, inevitabilmente, diventa materiale che serve a tracciare una condizione sociale difficile che aggrava i problemi di Nadia. In fondo quasi un processo speculare rispetto a quello del film afghano. Il limite, però, è sempre quello, anche nel caso in cui, come questo, si tratta di storie e persone reali e non di personaggi nati dalla fantasia. Il racconto esaurisce in se ogni prospettiva, amplifica la conoscenza, ma sembra rivelare la sua inefficacia concreta. La telefonata sullo schermo nero che chiude il film tra il regista e il più grande dei fratelli, che sembra annunciare il proprio suicidio a causa dei suoi fallimenti, è la negazione del cinema, dell’immagine con l’esaltazione di quei limiti che si vedono la dove l’occhio si chiude perché si sta sbattendo contro il muro.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array