Filmmaker Festival 2019

Al via l’edizione 2019 del Filmmaker Festival, a Milano dal 15 al 24 Novembre

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L’edizione 2019 di FILMMAKER FESTIVAL avrà luogo a Milano dal 15 al 24 novembre presso Arcobaleno Film Center, Cinema Beltrade e FilmTv Lab e porterà con se ben 99 titoli.
Il programma di quest’anno si articola in sei sezioni: Concorso Internazionale, Prospettive, Fuori concorso, Filmmaker Moderns, Fuori formato e Alain par Cavalier, retrospettiva dedicata al regista francese, che sarà ospite del festival.

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Alle sezioni sopracitate si aggiungono i sempre tanto attesi eventi speciali di apertura e chiusura. Il primo è governato dall’inimitabile Werner Herzog, che porta il suo nuovo documentario, Nomad: in the Footsteps of Bruce Chatwin (presentato al RFF14 e in uscita nelle sale italiane nel 2020). Il secondo, che porrà fine alla rassegna, prevede il portoghese Pedro Costa con la sua opera Vitalina Varela (Pardo d’oro a Locarno, dove ha vinto anche il premio per la migliore attrice).

Fanno parte della sezione Concorso Internazionale film come Felix in Wonderland di Marie Losier, dedicato all’universo musicale di Felix Kubin e del suo strumento d’elezione, il Korg MS-20; Present. Perfect di Zhu Shengze (Tiger Award all’ultimo Festival di Rotterdam), un’immersione negli abissi del live-streaming cinese; la nuova opera dello Zapruder filmmakersgroup, al confine fra cinema, arti figurative e performance, nonché una delle realtà più originali della scena italiana; Zeus Machine. L’invincibile, progetto a episodi ispirato al mito delle fatiche di Ercole; lo sguardo fisso nell’interiorità in Piuccheperfetto, di Riccardo Giacconi e Nel mondo di Danilo Monte, presentato in anteprima mondiale, che riguarda il diario di un uomo appena diventato padre, il quale racconta del suo travaglio come maschio dentro il triangolo familiare durante il primo anno di vita del figlio. Per la loro forza sociale sono inclusi On va tout péter di Lech Kowalski, con la sua riflessione potente e rabbiosa sul senso della lotta e sulle necrosi dell’apparato sociale; Bitter Bread di Abbas Fahdel, che narra dello spirito resiliente di alcuni profughi siriani rifugiati in Libano e Un film dramatique di Eric Baudelaire, il frutto di quattro anni di lavoro con gli studenti di una scuola media parigina, a cui è stato chiesto di raccontarsi attraverso video girati con il cellulare.

Per Prospettive: dalla ricerca di sé praticata attraverso il bondage dai personaggi di Lo spazio delle corde di Caterina Ferrari fino ad Astronomo di Giulio Meloni, dove si cercano di capire le ragioni che spingono a esplorare lo spazio quando non si è in grado di percepire quello che c’è sulla Terra; dall’analisi sul tempo che passa e lo spazio vitale che si esaurisce di Andrés Testa Herranz in Quando sei con me ai fantasmi immateriali autidistruttivi di Chiara Arrigo con Lindiota.
Due le proposte fuori concorso di Prospettive: Asmrr molesto, con cui Ilaria Pezone porta alle estreme conseguenze la sua personale ricerca sul cinema di prossimità, e L’Amleto di Tekla Taidelli, che traduce il più celebre monologo di Shakespeare nel vissuto degli homeless di Milano. I film qui presentati si dimostrano estremamente vari.

Il primo dei due programmi che occupano la sezione Fuori Formato è dedicato a Gerhard Friedl, “topografo dell’evanescente”, la cui opera vede le forme del documentario e del film convertite in qualcosa di diverso; il secondo, invece, a Friedl vom Gröller, fotografa e cineasta, la cui ricerca si muove da sempre tra il tempo congelato delle fotografie e il ritmo scandito dai loro intervalli.

Filmmaker Moderns prevede artisti come Ken Jacobs, che presenterà in collegamento Skype da New York il suo The Sky Socialist, una sorta di melodramma romantico oscurato e distratto da una sinfonia urbana. Girato con una macchina da presa 8mm presa in prestito, è stato per oltre mezzo secolo un work in progress, assumendo sempre forme differenti. Accanto a Jacobs, si darà spazio anche al canadese Michael Hoolboom, con una selezione di corti e il “lungometraggio” Father Auditions.

Notivà di quest’anno, perfettamente in linea con lo spirito del festival, è Walking Cinema, progetto che racchiude svariate proiezioni, produzioni, incontri e laboratori. La sua peculiarità, che lo rende una rappresentazione perfetta del festival, è il modo in cui esplora le varie similitudini, a livello concettuale, tra l’atto del filmare e quello del camminare: paragona l’avanzare nello spazio di un essere umano all’avanzare di un film nella cinepresa.

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