“Questo libro ha la funzione della difesa”, comincia così Zack Snyder – Into the Snyderverse di Filippo Rossi, edito da NPE Edizioni e in libreria dal 26 gennaio 2024. A partire dalle primissime parole di un prologo, che scansando l’ipotesi di uno sguardo super partes, preferisce fin da subito adottare una presa di posizione netta, libera e inevitabilmente provocatoria, a difesa della figura e dell’idea di cinema di Zack Snyder.

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Undici i capitoli che compongono il processo analitico, nonché cinefilo/letterario di Zack Snyder – Into the Snyderverse, un volume piuttosto denso – 432 pagine – che vestendo i panni tutto sommato atipici di una narrazione propria del coming of age – solo per citare alcuni titoli, Nascita con i morti, Infanzia con gli spartani, Scuola con Rorschach, e ancora, Adolescenza con i gufi e Maturità con Clark Kent -, ricostruisce abilmente la filmografia del regista, legandola indissolubilmente alla tumultuosa esperienza di vita, dunque biografia, dimostrandone l’intrinseco elemento cinefilo e narrativo, sottilmente protagonista della quasi totalità dei titoli scritti e diretti, o in alternativa prodotti e supportati da Snyder nel corso degli anni.

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Filippo Rossi permette così al lettore di riflettere su una differente e spesso divisiva lettura dei lavori di Snyder, dalle origini fino ad oggi, passando da Watchmen, Sucker Punch e Zack Snyder’s Justice League. L’analisi critica di Rossi sconfina ben presto nell’intimistica e complessa relazione che lega un terapeuta ad un suo paziente, lavorando sui tecnicismi propri dell’immaginario Snyderiano, dunque sullo stile esagitato, lo slow motion, le sequenze senza soluzione di continuità, nel nome del realismo più sporco possibile, e ancora sull’energia cinetica, l’atmosfera visiva, la rabbia frenetica, la capacità di Snyder di manipolare il tempo e lo spazio cinematografico, attraverso la loro qualità intrinseca, plasmando il punto di vista umano sul movimento e sulle sue moltissime e fondamentali componenti emotive, giungendo poi all’emotività.

Ecco perché Zack Snyder – Into the Snyderverse si sofferma così a lungo sulla disperata, speranzosa e nerissima visione onirica di Snyder, così come sul concetto di perdita, la capacità di reimmaginare l’opera derivata, l’onestà della scrittura, l’ambizione inverosimile e masturbatoria, il rischio sperimentale, la passione e i tormenti. Poiché in definitiva, il testo di Filippo Rossi, altro non è che una divertita, precisa e personalissima visione sul legame profondo che intercorre tra intimismo e spregiudicatezza registica di Zack Snyder, illuminandone le numerosissime ombre e così le luci.

Uno sguardo su Zack Snyder e più in generale su un lato obiettivamente scomodo e scorretto di Hollywood, capace di approfondire aspetti inediti di una cinematografia sempre più spesso bistrattata e banalizzata, soffermandosi, per esempio, sull’importanza della figura femminile – mai realmente compresa, tanto dalla critica, quanto dai colleghi cineasti – e la possibilità più che concreta, della caduta di un eroe, non più invincibile, non più al di sopra delle parti, che è propria dell’immaginario Snyderiano.

Zack Snyder – Into the Snyderverse

 

Filippo Rossi

 

432 pagine

 

Disponibile su Amazon in formato Kindle a 5,99€ e in formato cartaceo a 17,01€ sul sito di Edizioni NPE 

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