L’ultima eclissi, di Taylor Hackford

Dal romanzo di Stephen King, un felice incrocio tra dramma e thriller in un film di Hackford molto ispirato con i superbi duetti tra Kathy Bates e Jennifer Jason Leigh. Stasera, ore 23.30, Rete 4

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La “riproduzione vietata” è uno splendido quadro di Magritte che raffigura un uomo di fronte allo specchio il cui riflesso rimanda paradossalmente una figura di spalle. Taylor Hackford se n’è sicuramente ricordato quando nella seconda parte de L’ultima eclissi, la giovane Selena (Jennifer Jason Leigh) nel guardarsi allo specchio del bagno non riesce più a riconoscere il proprio volto ma intravede solo una nuca e una schiena.

Partendo dal romanzo Dolores Claiborne (1993) che Stephen King scrisse di getto avendo in mente la Kathy Bates di Misery non deve morire (1990), Taylor Hackford sviluppa i confitti di tre figure che sono perseguitate dal passato. Da una parte Dolores Claiborne (Kathy Bates) e la figlia Selena tormentate da Joe (David Straithairn) una figura maschile perversa e violenta, fallito come marito e come padre. Dall’altra il detective John Mackey (Cristopher Plummer) che cerca di incastrare Dolores per la morte della ricca ereditiera Vera Donovan (Judy Parfitt). Il poliziotto è rimasto imbalsamato nei ricordi dell’eclisse del 1975 (nel libro è invece nel 1963) quando non riuscì a venire a capo del caso della morte apparentemente accidentale di Joe.

La regia di Hackford riesce a intersecare passato e presente utilizzando sia una diversa luce (molto calda per gli anni ’70, fredda e bluastra per gli anni ’90) che continue dissolvenze incrociate. L’effetto finale è una commistione tra fantasmi del passato che proiettano ombre lunghe sulle vite dei tre protagonisti costretti all’evitamento, alla rimozione, allo spostamento. Il rapporto tra la povera cameriera Dolores e la ereditiera Vera è molto più profondo di quello che appare proprio in virtù delle violenze subite (“Qualche volta fare la carogna è la sola cosa che resta a una donna”). L’allontanamento di Selena dalla madre è una inevitabile fuga da una infanzia orribile e può essere risolta solo accettando la propria immagine allo specchio.

La sceneggiatura di Tony Gilroy sviluppa con molta attenzione i dialoghi tra madre e figlia: da una iniziale reciproca diffidenza si passa gradualmente ad una parziale accettazione dei propri limiti e alla fine al riconoscimento dei propri errori di valutazione. La durezza della madre si trasmette geneticamente nella figlia scorbutica. L’eclissi diventa simbolo di svolta: si passa dall’ombra alla luce come dalla follia alla ragione, dal risentimento al perdono: nella isola di Little Tall (Maine) mentre le barche sono tutte in mare ad ammirare lo spettacolo del disco lunare che oscura completamente il sole si compie un evento tragico che cambierà il corso degli eventi.

Oltre i superbi duetti tra Kathy Bathes e Jennifer Jason Leigh, Taylor Hackford dà il meglio di sé nella scena dell’incontro preliminare in tribunale con uno splendido monologo di Selena che risolve tutti gli intricati nodi che hanno portato ad una situazione di stallo: sappiamo perché Dolores è così scorbutica e disillusa, perché Mackey si ostina a non crederle e perché una giovane giornalista intelligente continua a rifiutare legami sentimentali. Le musiche di Danny Elfman suturano perfettamente il passato con il presente fino ad arrivare al gran finale. Tra le migliori trasposizioni di un romanzo non horror di Stephen King (a sua volta ispiratore della Olive Kitteridge di Elizabeth Strout), L’ultima eclissi è uno psicodramma noir che analizza i conflitti generazionali tra genitori e figli e pone nel nucleo familiare l’origine della nevrosi e del mancato riconoscimento identitario. Solo la verità, anche se dolorosa, può permettere di abbandonare il passato e guardare avanti. Madre e figlia si scambiano un saluto che è una promessa: il futuro non si trova alle loro spalle.

 

Titolo originale: Dolores Claiborne
Regia: Taylor Hackford
Interpreti: Kathy Bates, Jennifer Jason Leigh, Christopher Plummer, David Strathairn, Judy Parfitt
Durata: 130′
Origine: USA, 1995
Genere: drammatico

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3 (13 voti)
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