Manodopera, di Alain Ughetto

Una poesia in stop motion che celebra il diritto al lavoro e alla sopravvivenza per ogni essere umano e non indugia mai nel pietismo e nella commiserazione. Miglior film d’animazione agli EFA

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Quando i migranti eravamo noi. E trovavamo appesi cartelli con scritto “Vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”. Alain Ughetto (Jasmine, 2013) risale il proprio albero genealogico e attraverso un minuzioso lavoro di ricostruzione storica traccia la mappa che vede i propri nonni piemontesi Luigi e Cesira muoversi dall’Italia (Ughetteria paese alle pendici del Monviso) verso la Francia (zona della Provenza) per la sopravvivenza. Siamo agli inizi del ‘900 e attraverso la guerra di Libia, la Prima Guerra Mondiale, l’ascesa del fascismo e la Seconda Guerra Mondiale si scopre il “Mondo dei vinti”, dall’omonimo libro del partigiano Nuto Revelli. Un mondo di proletari e sottoproletari sfruttati, malpagati, schiavizzati e mandati a morire come vittime sacrificali in cantieri e trincee. Sono le mani di contadini, operai, muratori quelle che costruiscono grandi opere come il tunnel del Sempione; anche i bambini vengono reclutati nella città di Barcelonnette come garzoni, pastorelli o domestici.

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Alain Ughetto lavora con l’animazione stop motion e pupazzi in plastilina dell’altezza di circa 23 cm; aggiunge l’idea di inserire la sua mano a dialogare con la nonna Cesira in un passaggio di consegne tra generazioni. Carbonella, zollette di zucchero, broccoli, castagne, zucche, batuffoli di cotone: i cimeli dei propri nonni diventano muri, case, montagne, nuvole, alberi.

Nove anni di lavoro incessante, rallentato in parte dalla pandemia, e infine dalle mani prendono vita personaggi e scenografie. Quelle stesse mani che hanno coltivato la terra, spaccato pietre, impastato polenta, tirato su case, quelle mani dimenticate dalla Storia sono adesso resuscitate dal Cinema. Le mani che hanno colto fiori e disegnato cuori sull’acqua o sulla farina. Le mani che hanno suonato strumenti e trovato la forza di ballare intorno a un fuoco per rielaborare il lutto.

Manodopera è un film delicato che mostra come l’effetto degli eventi storici spazzi via le classi sociali più deboli cancellandole senza pietà. Il prete passa e si prende il meglio del raccolto, i fascisti irrompono per violentare le donne e rubare nelle case dei poveri. Alain Ughetto non indugia nel pietismo e nella commiserazione ma ridà dignità e visibilità ad un mondo sommerso fatto di fame, di stenti, di sopraffazioni. La mancanza di istruzione rende questi lavoratori prede di padroni senza scrupoli e li rende ricattabili dal sistema di produzione. E poi la sfortuna sembra accanirsi su queste famiglie spezzando il sogno americano (“In America i soldi crescono sugli alberi”) in un naufragio beffardo quanto sfortunato.

Commentato dalle dolcissime note di Nicola Piovani, vincitore di numerosi premi internazionali tra i quali Miglior Film d’animazione agli European Film Awards 2022, Manodopera è una poesia in stop motion che celebra il diritto al lavoro e alla sopravvivenza per ogni essere umano. Alain Ughetto percorrendo la strada dei suoi antenati riscopre e celebra la dignità di una generazione di lavoratori e ci avverte di sospendere facili giudizi sui migranti d’oggi. Ogni epoca ha avuto i suoi martiri. E spesso erano nomadi che giravano di paese in paese per cercare una terra in cui potere ricominciare. Negare oggi questa possibilità per altri “vinti” significa non avere memoria della propria storia.

 

Titolo originale: Interdit aux chiens et aux Italiens 
Regia: Alain Ughetto
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 70′
Origine: Francia, Italia, Belgio, Svizzera, Portogallo, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.3
Sending
Il voto dei lettori
3.5 (10 voti)
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