Mistero al castello Blackwood, di Stacie Passon

Su Prime Video l’adattamento di We have always lived in the castle, scritto nel 1962 dalla Shirley Jackson di The Haunting of Hill House. Con Alexandra Daddario, Taissa Farmiga, Sebastian Stan

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Su Amazon Prime Video è disponibile questo adattamento cinematografico del romanzo We have always lived in the castle scritto nel 1962 da Shirley Jackson.

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Merricat e sua sorella Costance Blackwood vivono insieme allo zio Julian nella residenza di famiglia, il “castello” in cima alla collina. L’unica a lasciare l’abitazione è Merricat, che ogni martedì scende in città per fare la spesa e alcune commissioni. La vita delle sorelle e dello zio si ripete identica ogni settimana, fino all’inaspettato arrivo del cugino Charles, che destabilizza il delicato equilibrio della famiglia.

Con un inizio in medias res il film assume subito una struttura circolare, dove la fine riporta sempre all’inizio e viceversa, con una ciclicità inevitabile e impossibile da spezzare, come quella della vita delle due giovani protagoniste della storia.
Se infatti in The Haunting of Hill House (da cui sono stati tratti il film The Haunting del ’99 e la recente serie Netflix Hill House), la Jackson raccontava il dramma dell’isolamento e dell’impotenza di una donna attraverso i fantasmi che infestavano la casa, in We have always lived in the castle l’approccio è molto più psicologico. Costance e Merricat sembrano intrappolate in una routine che non deve essere spezzata, altrimenti qualcosa di terribile accadrà.

È questa infatti l’ansia che aleggia sullo spettatore per tutto il film: inizialmente vediamo le due sorelle vagare tra le rovine di una casa e poi, attraverso delle didascalie su sfondo nero, che dividono la narrazione in capitoli, ripercorriamo gli eventi a partire da due martedì prima.
In questo modo la regista ci comunica subito che qualcosa di terribile è accaduto, o meglio accadrà, prima della fine del film.

Mistero al castello Blackwood offre, inoltre, un perfetto ritratto della giovane donna negli anni ’50 nella figura di Costance, completamente alienata nel suo ruolo di ‘angelo del focolare’ perennemente sorridente e cordiale, attenta ad avere sempre un aspetto impeccabile, le cui uniche letture sono libri di cucina e l’unica possibilità di lasciare la casa paterna è seguendo un uomo che la porti via, come il principe azzurro nelle favole.
Anche la figura di Merricat, oltre che una sorta di decalogo vivente dei sintomi della psicosi, rappresenta un rifiuto totale verso ciò che la società di quegli anni imponeva a una ragazza: sposarsi e lasciare la famiglia o restare nubile e occuparsi dei genitori.

La ragazzina, che in realtà ha 18 anni, ne dimostra poco più di 12 negli atteggiamenti e nel modo di pensare: ossessionata da un libro di incantesimi che dovrebbe proteggere lei e la sorella e decisa a non crescere e restare “sempre insieme” nelle amorevoli cure di Costance, l’unica persona di cui sembra non aver paura e per la quale è capace di provare affetto.

Così attorno a un gioco di verità dette e non dette e di follia nascosta in bella vista, si svelano i caratteri dei personaggi, intrappolati nei loro ruoli e nelle proprie paure, che li spingono a evitare di agire e rinchiudersi nel proprio cerchio, in una sorta di rassegnazione finale a vivere nella prigione che si sono costruiti da soli, ma nella quale si sentono al sicuro.

Mistero al castello Blackwood è diretto da Stacie Passon (Concussion), e interpretato da Alexandra Daddario (Why Women Kill, True Detective, Baywatch), Crispin Glover (American Gods, American Horror Story, Alice in Wonderland), Sebastian Stan (Captain America: the Winter Soldier, Once Upon a Time), e Taissa Farmiga (American Horror Story, Wicked City, Bling Ring).

Titolo originale: We Have Always Lived in the Castle 
Regia: Stacie Passon
Interpreti: Alexandra Daddario, Taissa Farmiga, Crispin Glover, Sebastian Stan
Distribuzione: Notorius Pictures/Amazon Prime Video
Durata: 96’
Origine: USA, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3.75 (12 voti)
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