Neve, di Simone Riccioni

A metà strada tra favola dickensiana in salsa marchigiana e spot sulla famiglia, è colmo di buone intenzioni che non si traducono però oltre la patina da fiction.

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Essere giovani in Italia non è garanzia di innovazione, nemmeno al cinema. In un Paese che, come quasi tutti quelli europei, si avvia verso l’inverno demografico e che dal 2022 ha visto le persone che vivono da sole superare in percentuale le coppie con figli fa un po’ sorridere che a raccontare le insperate gioie di una paternità ottenuta a muzzo sia proprio un attore trentacinquenne al suo esordio da regista. Non tanto per la scelta del soggetto quanto nella messa in scena di tutti i passaggi audiovisivi di una favola pedagogica sicuramente gentile e sentimentale che però non va mai oltre le forme aliene e distanti dalla realtà di una fiction televisiva da Prime. Neve (Azzurra Lo Pipero) è una ragazzina di undici anni che ha un tenero rapporto di amicizia e affetto, ampiamente ricambiato, verso la madre Marta (Margherita Tiesi). Dopo aver subito le angherie bullistiche dei compagni di scuola la piccola si chiude però in un mutismo assoluto che la donna prova terapeuticamente a combattere inscrivendola al workshop teatrale tenuto dall’egotistico Leonardo (Simone Riccioni). Ma questa scelta nasconde una realtà familiare tenuta per anni sotto il tappeto che un improvviso lutto porterà definitivamente alla luce. Leonardo dovrà infatti scegliere se continuare a sprecare la sua vita e il suo talento presentando gare di moda pilotate o cambiare completamente le sue prospettive dopo il fortuito incontro con Neve.

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Il debutto registico di Riccioni si situa in quella terra di mezzo sita tra genuinità d’emozioni e pochezza cinematografica che sarebbe cinicamente facile dileggiare. Il problema maggiore di Neve è invece l’assoluta medietà di una scrittura che ha sì pochi inciampi – comunque presenti: l’angelicamento di Marta, la scontrosità posticcia di Leonardo, l’assurdo percorso adottivo della ragazzina – ma che allo stesso tempo rimane al guado tra narrazione fiabica ed aspirazioni sociali superficiali. In questa corsa al preannunciato lieto fine visibile sin dal primo scontato contrasto e così pieno di garbato ottimismo, Riccioni non dà adeguato spazio a qualche potenziale interessante deviazione come la figura del parroco anticonformista e il bullismo scolastico, trattati in maniera credibile ma poco sviluppati. A giustificare questa inerte storiella non riescono purtroppo i buoni sentimenti di cui è ammantata: non basta una nevicata a fare di un borgo un bel paese montano da visitare.

 

Regia: Simone Riccioni
Interpreti: Azzurra Lo Pipero, Margherta Tiesi, Simone Riccioni, Simone Montedoro, Alessandro Sanguigni
Distribuzione: Linfa Crowd
Durata: 90′
Origine: Italia, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.2
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Il voto dei lettori
2 (20 voti)
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