#Oscars2022 – Testa Coda

Dallo schiaffo di Will Smith alla vittoria di Coda, perfetta rappresentazione di un cinema medio, umile, per famiglie, molto legato ai valori americani. Il nostro editoriale sulla notte delle stelle

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Il colpo inferto in diretta da Will Smith al volto di Chris Rock, reo di aver preso in giro l’alopecia della moglie Jada, può anche aver oscurato l’atteso Oscar che qualche ora dopo l’attore avrebbe vinto per King Richard – Una famiglia vincente – e ci sono già alcuni media statunitensi che parlano di ritiro della statuetta – ma è stata l’unica, folle deviazione da un protocollo sempre più prevedibile e noioso, tanto nell’assegnazione dei premi quanto nella organizzazione dello show. La vigilia era stata animata dalla legittima polemica per l’esclusione della maggior parte dei premi tecnici dalla diretta televisiva. Una scelta discriminatoria nei confronti di artigiani e filmmaker che è finita con il rivelarsi probabilmente anche un boomerang per gli ascolti, dal momento che ha “oscurato” i tanti Academy vinti dal film più amato dal pubblico tra quelli candidati, ovvero Dune. Ben sei la statuette vinte dal kolossal sci-fi diretto da Denis Villeneuve (fotografia, montaggio, musica, suono, effetti speciali, scenografia), lo stesso numero che ottenne nel 2016 Mad Max: Fury Road di George Miller.

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Per il secondo anno consecutivo, la terza nella storia, il premio alla miglior regia è andato a una regista donna. Come era nelle previsioni la neozelandese Jane Campion ha ottenuto la statuetta che aveva già vinto vent’anni prima per la sceneggiatura di Lezioni di piano. Il suo Il potere del cane è stato però uno dei principali sconfitti della serata, con un solo riconoscimento su dodici candidature, sancendo ancora una volta la maledizione di Netflix agli Oscar dopo Roma e The Irishman. Con il suo unico Oscar alla regia Il potere del cane fa comunque compagnia ad altri film del passato con lo stesso “strano” record come Il laureato e Il gigante. Data ormai per scontata l’idiosincrasia tra Paul Thomas Anderson e gli Academy Award, nessun premio per Licorice Pizza che a nostro avviso era già in deficit di nomination, l’altro grande sconfitto della serata è stato il remake di West Side Story diretto da Steven Spielberg che si è dovuto accontentare dell’attrice non protagonista Ariana DeBose. Sa forse di risarcimento anche l’Oscar alla sceneggiatura originale vinto da Kenneth Branagh con Belfast, probabilmente il suo film migliore, personale viaggio nell’infanzia trascorsa in Irlanda del Nord durate la guerra civile tra cattolici e protestanti. Un titolo tanto amato da addetti ai lavori e stampa anglosassone, quanto snobbato dalla critica italiana.

A trionfare nella categoria miglior film è stato per la prima volta un film uscito direttamente in streaming su Apple Tv. Coda – I segni del cuore è la commedia tratta dal francese La famiglia Bélier, riadattata e diretta dalla 44enne Sian Heder. Tre vittorie su tre nomination è un altro curioso record di una serata che si è sviluppata soprattutto all’insegna dell’inclusività, con la lingua dei segni che ha accompagnato prima il premio all’attore non protagonista Troy Kotsur e poi quelli alla sceneggiatura non originale e al film. La storia di una famiglia di pescatori sordomuti e della figlia Ruby unica udente con la passione per la musica ha avuto le carte in regola per accontentare la maggior parte dei votanti dell’Academy. Il film di Heder è la perfetta rappresentazione di un cinema medio, umile, per famiglie, molto legato ai valori americani. Privo di velleità intellettuali, o di ragionamenti sul valore delle immagini contemporanee. Difficile da amare, ma impossibile da odiare. Quasi un antidoto agli afflati apocalittici dei tempi che corrono.

 

L’elenco completo dei premi

 

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