Posso entrare? An Ode to Naples, di Trudie Styler

Il documentario funziona nel far comunicare il presente filmico e il passato storico della città di Napoli. Ma non riesce a sottrarsi a uno sguardo turistico. Freestyle.

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Dopo quasi due anni passati a Napoli, la regista e produttrice Trudie Styler sceglie di realizzare Posso entrare? An Ode to Naples per raccontare i chiaroscuri e la dualità di una città unica nel suo genere. Passando per i quartieri e luoghi più suggestivi, grazie alla testimonianza diretta da parte dei personaggi – più o meno noti – la regista costruisce un racconto teso a unire tutte le contraddizioni e i chiaroscuri della città partenopea.

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E in effetti la comunicazione tra le varie situazioni di Posso entrare? An Ode to Naples funziona. I vari protagonisti che prendono parte a questo mosaico riescono a dare voce ad uno sguardo collettivo. Tra questi Roberto Saviano, l’artista contemporaneo Jorit, Don Antonio Loffredo, l’attore Francesco di Leva. L’ottimo lavoro di found footage, maggiormente incentrato sugli anni del Fascismo e della Resistenza, annettono il presente filmico ad un passato storico in maniera parecchio naturale e coesa.

Posso entrare? An Ode to Naples risulta però troppo friabile. L’esagerato entusiasmo della regista, presente anche in scena, si lascia andare ad uno sguardo “turistico” che rischia solo di unirsi alle cause che stanno estinguendo le bellezze nascoste che Trudie Styler stessa filma. L’esibizione di determinati luoghi infatti sembra ripercuotersi, non tanto nella forma e nel linguaggio, quanto piuttosto nelle intenzioni. La specifica zona geografica dell’intera città di Napoli e dintorni risulta troppo estesa per essere compressa in un documentario del genere. E gli acciacchi del montaggio e della struttura classicheggiante non aiutano. Si ha la continua impressione il documentario venga filtrato perennemente da questa patina tipica di un outsider; e come infine a risentirne sia la messa in gioco, seppure nobile, degli intenti.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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Il voto dei lettori
3.67 (3 voti)
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