"Pulse", di Jim Sonzero

Inutile, questa è la definizione che meglio si addice al film di Sonzero. Non si vedeva la necessità di "raddoppiare" una storia che aveva già detto – e dato – tutto nel bellissimo, folgorante, “Kairo”.

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Sbiadito remake di Kairo, horror del 2001 firmato dal cineasta giapponese Kiyoshi Kurosawa (a Venezia in questi giorni con Sakebi) uscito nelle sale in maniera totalmente sotterranea a metà agosto – e subito sparito – per spianare la strada al "gemello" americano. Wes Craven ci mette lo zampino scrivendo la sceneggiatura (insieme a Ray Wright), ma il risultato è ugualmente modesto.

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Dopo il suicidio dell'amico Josh, la studentessa di psicologia Mattie (Kristen Bell), è decisa a vederci chiaro: scoprirà che il ragazzo era riuscito a creare un virus in grado di aprire le porte al mondo dei morti. Nel frattempo, altri amici di Mattie muoiono in circostanze misteriose.


Inutile, questa è la definizione che meglio si addice al film di Sonzero. Non si vedeva la necessità di "raddoppiare" una storia che aveva già detto – e dato –  tutto nel bellissimo, folgorante, Kairo. Non ci sono spunti né idee brillanti a tentare di dire e mostrare qualcosa di più – o meglio, di diverso – rispetto al progetto originale (come avveniva invece nel remake di The Ring, dove il regista Verbinski, intelligentemente, innestava degli squarci visivi dal carattere decisamente neo gotico). Ed allora il lungometraggio di Sonzero non è nient'altro che una flebile fotocopia della pellicoa di Kurosawa, con alcune sequenze scopiazzate pari pari dal prototipo nipponico, prive però della sua devastante, tragica forza emotiva. Il suicidio di Josh per impiccagione, il lanciarsi dal tetto della fabbrica di una giovane ragazza, lo schiantarsi al suolo di un aereo passeggeri, non sono altro che meri espedienti (troppo) formali che hanno come unico scopo quello di meravigliare lo sguardo, così come l'entità mostruosa (assente nel precedente film) che si nutre della "voglia di vivere" delle sue giovani vittime. Abbondano gli effetti speciali, non supportati però da una messa in scena adeguata, fotografata in monocromatiche tonalità grigie. Le inquadrature sono montate con ritmo elevato, quando l'impianto narrativo necessitava invece di ben più ampio respiro. Paradossalmente, l'opera di Sonzero, nella sua velocità, nella sua compressione ritmica, appiattisce e strozza la visione, non coinvolge e non appaga. Il film non sa bene che direzione prendere: a metà strada tra l'horror giovanile (tanto caro a Craven) e l'action fracassone, non (ci) conduce in nessun luogo immaginifico. Da tenersene alla larga, correndo a recuperare l'originale.


 


 


Titolo originale: id.


Regia: Jim Sonzero


Interpreti: Kristin Bell ,Tate Hanyok , Ian Somerhalder, Rick Gonzales, Riki Lindsome, Christina Milian, Jonathan Tucker


Origine: USA, 2006


Durata: 90'


Distribuzione: Eagle Pictures


 


 


 


 


 


 


 


 

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