Margherita Buy e il cast incontrano la stampa alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, per la presentazione di Volare. Buy, con il suo primo film da regista, si serve della sua reale fobia di volare per raccontare la storia di Annabì: un’attrice di successo che soffre di aviofobia e che è costretta a rinunciare a scritture importanti e che, quando la figlia si trasferisce in California per studiare, decide di iscriversi a un corso nell’aeroporto di Fiumicino.
Su cosa l’abbia spinta a fare questo film, la neo-regista afferma: “Questo film nasce dalla mia esperienza dopo un corso fatto per vincere la mia paura dell’aereo. Dopo una vita passata cercando di stare a casa il più possibile e non viaggiare, mi sono avvicinata a miei simili, ne ho parlato con gli altri e mi sono aperta. Eravamo come animali nella stessa gabbia. È stato bello condividere”.

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Nel panorama cinematografico odierno, sempre più attrici italiane si approcciano al mondo della regia. Si tratta solo di un desiderio di esplorare il cinema da un punto di vista diverso o un vero atto politico? La regista afferma che forse sia un caso il fatto che il numero di attrici che si avvicinano alla regia sia in aumento, ma che comunque questa sana competizione sia un fattore determinante perché è indice del fatto che molte donne siano pronte a uscire dalla propria comfort zone per provare qualcosa di nuovo, con tutti i rischi che questo comporta.
Buy dichiara che il suo obiettivo primario era innanzitutto quello di raccontare qualcosa che la toccava da vicino, e si è divertita nel farlo: “Questa storia è talmente mia che me la sono sentita di provarci, ho fatto un salto nel vuoto ed è una cosa che non facevo da tanto. Mentre come attrice faccio quello che mi dicono gli altri, qua mi son buttata”. Un altro fattore importante per la regista è il rapporto con gli attori: “Non mi sono tolta un sassolino dalla scarpa, però diciamo che con alcuni registi con cui ho lavorato ho percepito un certo di tipo di atteggiamento prevaricatore. Questa esperienza mi ha insegnato tanto e l’ho utilizzata. Creare gerarchie e tensioni non porta a nessun risultato”. Gli attori hanno apprezzato in particolar modo il clima di complicità e dialogo creatosi sul set e la capacità di Buy di avere le idee chiare, senza creare alcun tipo di gerarchia, “un progetto che ognuno ha fatto proprio” dichiara infatti la figlia e attrice del film, Caterina De Angelis.

Inoltre in questa commedia si mescolano comicità e momenti drammatici. Vediamo Margherita Buy in situazioni buffe e divertenti che si vanno a discostare dal ruolo angoscioso che è solitamente abituata a ricoprire. “È da tanto che faccio film drammatici però la commedia mi piace molto, perché ti permette di mettere insieme anche tanti generi.” Interviene poi la sceneggiatrice Doriana Leondeff, la quale aggiunge: “Soffermarci sul lato comico non era il nostro obiettivo principale, ma d’altronde la paura di stare al mondo non deve essere per forza in contraddizione con il far ridere”.

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