L'esordio del regista emiliano è un viaggio lungo le acque del fiume Reno, tra fiabeschi racconti di folklore e incontri fantasmatici. A volte sconnesso, ma affascinante.
Un film dai due volti, capace di rivelare delle potenti verità sul lutto, e di offrire nel contempo una visione paradossalmente semplicistica ed edificante del cordoglio.
Uno sguardo gentile e minimalista sulla vita dei reduci, anche se non evita la ripetitività. Non ricerca “il grande momento”, bensì la forza empatica del silenzio. Con una grande prova di Ed Har
Segue i canoni classici del racconto di formazione ma rende solo a tratti giustizia al percorso di autodeterminazione della direttrice d'orchestra Zahia Ziouani. Didascalico e semplicistico
L’esordio nel lungometraggio della regista dei fantastici corti Denie e Eva rinnova la capacità di costruire un profondo senso di prossimità e intimità con le sue protagoniste
"Auto-biografico" e straziante, dove le uniche “vere” sensazioni a cui rimanere aggrappati sono i desideri per i corpi che amiamo. Prima del crash finale. Magnifico film
La trasposizione del seminale romanzo di Simenon ammoderna tempi e modi del femminicidio raccontato riuscendo a perturbare ancora le coscienze borghesi. Con un glaciale ma magnetico Guillaume Canet
Un saggio straordinario sull’atto del guardare, e sulla condizione di ipervisibilità a cui sono quotidianamente sottoposti tutti i cittadini delle megalopoli contemporanee.
Il cineasta francese si lascia andare a un bilancio a cuore aperto, nel desiderio, forse impossibile, di trovare un equilibrio tra l'amore e la libertà. E regala sorrisi e lacrime.
L'ambiguità morale della protagonista sorprende il suo stesso regista: quando non la giudica, dirige un bel film sul malaffare della migrazione; quando la condanna gira uno scontato neo-noir
La regista racconta ancora una storia intima e privata attraverso il registro onirico e allegorico delle sue opere recenti. Il film sprigiona una forte empatia, un equilibrio sincero.
Tra un bambino e un presunto superkiller nasce un'amicizia inaspettata, un forte legame per combattere le violenze di tutti i giorni. Un esordio con diversi spunti interessanti.
Come tanto cinema irlandese, lega i disagi e i traumi dei personaggi ai dogmi ultraconservatori della nazione, ma risolve ogni questione con un approccio approssimativo e inspiegabilmente edificante
La regista e l'attore hanno raccontato a Roma la genesi di You were never really here, insistendo sull'importanza della troupe e sui suoni del film, curati da Jonny Greenwood. In sala dall'1 maggio
In occasione del Festival del Nuovo Cinema Francese, il regista Desplechin ha presentato oggi, insieme all'attrice Alba Rohrwacher, il suo ultimo film popolato da "fantasmi". In sala dal 25 aprile.