The Piper, di Erlingur Thoroddsen

Trascinato dalla travolgente armonia di Christopher Young, il film sembra incapace di concretizzare gli spunti del materiale originario. Mai realmente spaventoso e dal gusto estetico antiquato.

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The Piper è il nuovo film horror del regista e sceneggiatore islandese Erlingur Thoroddsen, qui alla sua terza esperienza dietro la macchina da presa dopo Child Eater (2016) e Rift (2017). Ispirata alla favola dark Il pifferaio di Hamelin, la pellicola racconta la storia di Mel (Charlotte Hope), giovane e ambiziosa compositrice in cerca di successo, colpita dall’improvvisa scomparsa di Katharine, sua mentore, e incaricata dal direttore d’orchestra Gustafson (Julian Sands) di recuperare e completare la partitura di un vecchio concerto della defunta – mai più eseguito di fronte a un pubblico dai tempi della sua prima realizzazione. Nonostante le resistenze di Alice (Pippa Winslow), sorella della mentore, Mel riesce comunque a introdursi nell’abitazione della donna e trafugare lo spartito. Ma dopo essersi applicata con dedizione alla ricostruzione delle parti mancanti, la giovane si accorge ben presto che la composizione di Katharine ha la capacità di risvegliare le forze del male e infliggere dolore a chiunque la ascolti. Spalancando una sorta di varco interdimensionale foriero di morte e disperazione.

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Ruota tutto attorno alla musica, all’ossessiva ripetizione della melodia. Ruota tutto attorno a uno spartito, manufatto maledetto secondo le più canoniche regole di genere. E da queste, purtroppo, The Piper non si schioda (quasi) mai, ossequiosamente devoto a un pentagramma horror riconosciuto e riconoscibile, mai realmente discordante al di sotto della superficie.

Spreca una grande occasione Thoroddsen. Preso a tal punto dalla vitalità (o mortalità?) sonora della sua opera – “ho pensato: se questo soggetto venisse trasformato in un film e la melodia suonata dal Pifferaio fosse maledetta, non sarebbe fantastico se la storia culminasse con una grande orchestra che esegue questo brano?” – da rimanerne egli stesso fatalmente soggiogato. E incapace di concretizzare, o quantomeno sviluppare adeguatamente, la nera inquietudine del materiale originario; potenziale spunto e punto di partenza nell’ottica di una riflessione sul testo/favola in qualità di transfert/eredità traumatica all’interno del rapporto genitore-figli.

Indiscutibilmente trascinato dalla travolgente armonia di Christopher Young – già compositore per The Grudge, The Exorcism of Emily Rose e Sinister – The Piper finisce così per gettare alle ortiche le curiose premesse di un primo atto discreto, trasfigurando la tensione dell’inespresso in una rivisitazione canonica e abbastanza scontata della fiaba del Pifferaio magico. Per un’opera priva di particolari intuizioni, adagiata su un gusto estetico in bilico tra l’antiquato e lo scarsamente ispirato. Mai realmente spaventosa.

 

Titolo originale: id.
Regia: Erlingur Thoroddsen
Interpreti: Julian Sands, Charlotte Hope, Aoibhe O’Flanagan, Kate Nichols, Alexis Rodney, Oliver Savell, Philipp Christopher, Pippa Winslow, Boyan Anev
Distribuzione: Vertice360
Durata: 95′
Origine: USA, 2023

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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Il voto dei lettori
1 (1 voto)
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