Trash, di Luca Della Grotta e Francesco Dafano

Evento speciale di apertura di Alice nella Città al #RomaFF15 e in contemporanea in sala, una bottiglia e due scatole proveranno in tutti modi ad essere riciclati dal fotorealismo

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L’ecologia e l’animazione si sono toccati spesso nel cinema più e meno recente: La principessa Mononoke, Pom Poko, Wall-E. Quanti figli di questo incontro, però, possono vantare di dar voce letteralmente ai rifiuti come Trash? Si trovano nella spazzatura i protagonisti di questo film d’animazione italiano: uno scatolone disilluso, una scatolina quasi nuova e una bottiglia ossessionata dal simbolo e dall’idea del riciclo. I tre dovranno scappare dalla gang di Kudo, vecchio pc in disuso signore della discarica che vuole una sola cosa: la batteria a energia solare che la piccola scatola ha dentro di sé.

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Un progresso insostenibile, la necessità di abbandonare l’usa e getta e la vecchia idea di consumo: Trash vorrebbe essere profondamente attuale, nelle tematiche come nello stile visivo. I registi Luca Della Grotta e Francesco Dafano, esperto di computer grafica e autore degli effetti visivi de Lo chiamavano Jeeg Robot il primo e tra i registi del film collettivo In bici senza sella il secondo, scelgono infatti una tecnica fotorealistica. Una scelta azzeccata, visto che  i personaggi sono armonizzati perfettamente con gli sfondi reali di Roma. Scontri tra lattine e scatole in un parco, fogne che si riempiono di rifiuti festanti, battaglie sulle rive del Tevere: belle immagini che però non riescono mai a diventare spettacolari. I movimenti eccessivamente lenti dei personaggi rendono macchinosi gli inseguimenti, le lotte, gli scontri di cui è composto il film. I registi, però, non sembrano interessati al fatto che le visioni delle nuove generazioni siano composte per la maggior parte da visioni veloci e frammentarie come le storie di Instagram o Tik Tok.

Trash

Una pesantezza che si percepisce ancora di più nella trama. La storia d’amore tra la bottiglia e una sensuale boccetta di profumo, il rapporto padre/figlio tra le due scatole, il lieto fine: sono tutti momenti che non hanno niente di sincero se non la voglia di costruire un meccanismo, del quale i personaggi sono solo ingranaggi senza profondità.

Quando non c’è più la speranza che il ritmo possa accelerare, comincia invece a spiccare il semplicismo con il quale viene trattato l’argomento ecologico, che nel finale viene privato di qualsiasi problematicità o ambiguità. Tutto ciò che rende la questione rifiuti di difficile soluzione, viene taciuto o nascosto sotto il tappeto. Trash non semplifica le questioni complesse, ma le elimina. Il fatto che la produzione di plastiche non riciclabili continui, l’esportazione non sempre trasparente di rifiuti all’estero, le diverse difficoltà nelle procedure di riciclo non rientrano minimamente nel film. Non si può pretendere di preparare dei bambini ad affrontare la tematica ambientale, così marcatamente globale, con l’utopia che la sola raccolta differenziata basti. Un’utopia nella quale gli stessi malandati cassonetti della raccolta differenziata romana lasciano spazio ad un ipertecnologico secchione che può raccogliere tutti i diversi materiali riciclabili. Più che un qualche fine educativo, allora, Trash sembra volersi assumere la funzione di palliativo.

Così, nello scegliere a chi parlare tra adulti e bambini, Trash finisce per essere poco adatto ad entrambi: troppo didascalico e semplicistico per i primi, troppo poco educativo e spettacolare per i secondi.

Regia: Francesco Dafano e Luca Della Grotta
Voci originali: Christian Iansante, Rossy de Palma, Luca Del Fabbro
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 88′
Origine: Italia, 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4.25 (12 voti)
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    Un commento

    • Forse dovrebbe rivedere il film con più attenzione. La sensuale boccetta di profumo a cui lei si riferisce, è una bottiglia di rum, da qui l’accoppiata tra rum e cola. Forse era troppo impegnato a fare critiche poco costruttive per accorgersi dell’impegno che c’è stato per far emerge l’aspetto del riciclo, ovviamente indirizzato ai più piccoli