VENEZIA 70, TORONTO 38 – Alieno è l'umano: Under the skin, di Jonathan Glazer
Un libro, Sotto la pelle di Michel Faber, dove "l'amore sembra bandito, e tuttavia è il centro"; un film, sulle pulsioni dell'essere umano e sulla sua irriducibile estraneità nei confronti dell'altro. Under the skin di Jonathan Glazer, a Venezia e Toronto
È al 38° Festival di Toronto, dopo l'anteprima mondiale in concorso a Venezia 70, Under the Skin di Jonathan Glazer: per il regista londinese, uno sguardo sul nostro mondo con occhi alieni (e predatori) dove lo sforzo principale è stato far piombare l'attrice nella vita reale (e in una infinita oscurità). Per Cameron Bailey del TIFF, un test di Rorschach per tutto ciò che si potrebbe temere riguardo alle relazioni tra uomini e donne; per noi, un film disturbante non tanto (o non solo) per la cupa visione sul mondo che ne deriva, quanto per la messa in crisi di un intero statuto dell’immagine e del linguaggio filmico (la recensione di Sentieri Selvaggi).
Glazer si è fatto le ossa sugli spot e sui video musicali, alcuni molto raffinati, tanto da avere presto l'onore di un'uscita nella serie Directors Label, stessa collana che ha proposto i lavori di Chris Cunnigham, Michel Gondry, Mark Romanek, Anton Corbijn, Spike Jonze e Stephane Sednaoui.
Ha lavorato per Jamiroquai, Richard Ashcroft, Blur, Massive Attack (Karmacoma); ricordiamo soprattutto Street Spirit (bel lavoro basato su un'idea tutto sommato semplice, l'uso di diverse velocità all'interno della stessa immagine, ma di enorme impatto) e Karma Police per i Radiohead, Into My Arms per Nick Cave, e soprattutto lo stupendo video di Rabbit in Your Headlights per UNKLE, con protagonista un Denis Lavant nei panni di un homeless disperatamente immortale, che avanza borbottando e viene investito ripetutamente solo per rialzarsi.
Nel 2009 sperimenta una breve storia poetica (nelle due versioni maschile/femminile) con Treat Me Like Your Mother, per i Dead Weathers. Ma già nel 2000 aveva esordito nel lungometraggio, con Sexy Beast, interpretato da Ray Winstone e Ben Kingsley, miscela ben dosata di violenza e umorismo, per girare poi nel 2004 Birth, thriller psicologico con Nicole Kidman, in concorso a Venezia 61.
Under the skin è il terzo film, ispirato a Sotto la pelle (Einaudi – un estratto) romanzo di esordio di Michel Faber, scrittore olandese noto anche per il bestseller Il petalo cremisi e il bianco.
Un romanzo breve e affilato, scritto dal punto di vista di Isserley, creatura seducente, ferita, capace di brutalità, ma non immediatamente definibile, che vaga nelle strade deserte delle Highlands scozzesi come un felino in agguato, a caccia di autostoppisti.
"L'amore sembra bandito da questo libro, e tuttavia ne è il centro": una storia d'amore, anche, che l'autore snoda in un contesto più satirico che fantastico, e che ha a che fare con l'istinto predatorio e animalesco che da un lato seppelliamo, dall'altro rinnoviamo; con la sessualità, le pulsioni dell'essere umano e l'estraneità irriducibile che ci portiamo dentro, un'estraneità che rende ogni incontro con il corpo dell'altro un abisso; ma anche con la struttura della nostra società, e in particolare con i rapporti di potere tra le specie.
Nel film Isserley diventa Laura, e alla creatura presta corpo e volto Scarlett Johansson (ultimamente in Don Jon's Addiction, voce virtuale di Her di Spike Jonze, presto in Lucy di Besson e Chef di Favreau).
Anche gli espedienti tecnici (come la macchina da presa all'interno dell'automobile dove Laura trascorre gran parte del suo tempo, come in fuga) riflettono la volontà di catturare allo stesso tempo la protagonista e il suo punto di vista sul mondo. In una scena, racconta il regista, dove Laura cade in strada e viene aiutata a rialzarsi dai passanti, la troupe ha rinunciato al metodo tradizionale – bloccare la zona, riempirla di extra e poi girare – per vedere aspettare, con le telecamere nascoste, e vedere cosa sarebbe successo.
Nel cast anche Krystof Hádek (3 Seasons in Hell) oltre a Paul Brannigan e Scott Dymond (visti di recente in La parte degli angeli di Ken Loach). La soundtrack, che ha colpito favorevolmente la critica, è di Mica Levi (giovane londinese del trio Micachu & The Shapes, alla sua prima esperienza nella composizione di una colonna sonora).
Nella nostra gallery, tutte le immagini di Under the skin.
Qui di seguito, il primo trailer.
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