Venezia 80 – Hors-Saison. Incontro con Stéphane Brizé e il cast

Stéphane Brizé torna in concorso a Venezia con il suo nuovo film, presentato oggi alla stampa insieme agli attori Guillaume Canet e Alba Rohrwacher

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Stèphane Brizè torna a Venezia in concorso per l’80esima edizione. Stavolta con un film che riflette sulle scelte mai fatte, o fatte in modo sbagliato, Hors-Saison. Ospiti della conferenza di oggi al Lido sono la produttrice Sidonie Dumas, il regista Stéphane Brizé, la sceneggiatrice Marie Drucker e gli attori Guillaume Canet e Alba Rohrwacher.

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Racconta il regista: “Prima de La legge del mercato ho fatto altri film che riguardavano la relazione tra figlio e padre, figlio e madre, questo riferimento all’intimo l’ho trattato più volte. Vorrei avere la libertà di filmare, trattare argomenti che sono un po’ la mia necessità del momento. Io faccio lo stesso percorso dei miei personaggi, quando scrivo sono i miei personaggi. Tutti i miei personaggi fanno un’ esperienza di disillusione e io la vivo con loro. C’è una forma di tristezza, di disperazione, di constatazione. Quando c’era il lockdown, noi che siamo esseri che dobbiamo muoverci ci siamo dovuti arrestare. Abbiamo dovuto fare un’esperienza di introspezione per alcuni dolorosa. Ma in ogni caso si riparte un po’ diversi da prima“.

La sceneggiatrice Marie Drucker ha commentato così: “Credo sia un film veramente universale perché tutti prima o poi si fabbricano dei bastoni per proteggersi. È proprio in questo che i personaggi di Hors-Saison appaiono coraggiosi“.

L’attore Guillaume Canet si è così espresso sul film: “Penso che sia la qualità della sceneggiatura che ci fa capire come lavorare sui personaggi. Prima leggiamo un copione poi bisogna dimenticarlo e in qualche modo andare sul set per interpretare il film. Trovo che quello che veniva descritto nel copione era estremamente giusto e quello che ho trovato seducente è che quest’uomo deve ricostituirsi. Si capisce che è in un periodo della sua vita dove il dubbio regna sovrano. Si capisce che lui non è abituato a far fronte ai suoi dolori. Deve invece accettare i suoi dubbi, la sua angoscia“.

C’è stato anche un intervento di Alba Rohrwacher che ha parlato del suo rapporto con il regista: “Ho incontrato Stèphane a Parigi che mi ha parlato del suo modo di lavorare molto speciale per me. Già nel viaggio di ritorno, leggendo il copione, sentivo un senso di appartenenza. Poi abbiamo lavorato una giornata con Stèphane a Roma e da quella giornata ho capito che tutte le mie paure le potevo mettere da parte perché ero nelle mani di qualcuno che sapeva reggermi“.

Riguardo al lavoro sulle location Brizé si è così espresso: “Nei film non avevo mai usato lo spazio a parte come posto dove si svolge la scena. Avevo voglia di fare qualcosa di nuovo stavolta. Anche con le inquadrature volevo tradurre il concetto di derisorio. Nell’hotel non ci sono quadri, è spoglio e questo rappresenta lo stato di vuoto dei personaggi. Non è l’hotel in sé che è noioso ma il modo di girare il film. Avevo voglia di filmare questo vuoto“.

Brizé ha parlato anche del suo rapporto con i compositori, affermando di occuparsi molto prima della musica che della sceneggiatura e di come i temi musicali spesso lo portino a togliere delle parole.

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