Venezia 80 preview – Priscilla di Sofia Coppola: il racconto di Mrs. Presley

La cineasta mette in luce il punto di vista femminile della vita di Priscilla e del re del rock Elvis. Graceland come la Versailles di Marie Antoinette? Con Cailee Spaeny) e Jacob Elordi. In concorso

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Grande attesa per Priscilla, il film in concorso all’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia (30 agosto – 9 settembre) e firmato Sofia Coppola. La cineasta, a distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro On the Rocks (2020), racconta su schermo la turbolenta storia d’amore tra Priscilla Presley e il “re” del rock Elvis.
Basato sul memoir “Elvis and me” (1985) di Priscilla Beaulieu Presley in collaborazione con Sandra Harmon, il film narra le vicende intime tra Priscilla (Cailee Spaeny) ed Elvis (Jacob Elordi) e più precisamente il loro incontro avvenuto nel 1959 a Wiesbaden, il matrimonio, il divorzio e infine la tragica morte del cantante nel 1977.
Coppola, oltre a curare la regia, fa parte del team di produzione del progetto insieme a Lorenzo Mieli e alle società The Apartment, Fremantle Company e American Zoetrope. La distribuzione, invece, è affidata alla A24 nell’America del Nord e alla Vision Distribution in Italia.

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Ancor prima della proiezione, la pellicola è al centro di numerose polemiche e gossip: primo fra tutti quello dei funzionari della tenuta di Elvis che, dopo aver visionato il trailer, hanno accusato la regista di aver rappresentato Graceland senza le giuste conoscenze; la “questione famigliare” che vede Lisa Marie Presley, figlia di Priscilla ed Elvis ed ex moglie di Nicolas Cage nonché cugina di Coppola, tragicamente scomparsa nel gennaio di quest’anno; infine, l’uscita nel 2022 del film Elvis che ha ricevuto ben otto candidature all’Oscar.

Il focus di questo film è la ricerca del punto di vista di Priscilla e ciò si distacca dalla tradizionale narrativa dei film dedicati precedentemente ad Elvis ed alla sua relazione coniugale, offrendo uno sguardo femminile. Il titolo della pellicola ne è un chiaro esempio: semplicemente “Priscilla”. La scelta di Jacob Elordi nei panni di Elvis è dovuta al magnetismo del suo sguardo perfettamente coerente con il personaggio del cantante più amato dai ragazzi e anche per il lato malinconico e fragile che la regista ha colto nell’attore. Priscilla, invece, è interpretata da Cailee Spaeny il cui viso fresco è capace di essere credibile anche nei panni di una quattordicenne.
Il fascino della coppia Priscilla-Elvis si è espresso soprattutto grazie al loro abbigliamento attraente e intrigante che li ha portati a diventare una delle coppie più iconiche e amate dal pubblico. Priscilla stessa nella vita reale si è contraddistinta per il suo stile, per i suoi look stratosferici, per la famosa acconciatura cotonata anni ’60 e per il suo inconfondibile eye-liner. Inoltre, ancora oggi la sua aura ricca di fascino è d’ispirazione per numerosi personaggi pubblici, tra cui la cantante Lana Del Rey, invadendo l’algoritmo della piattaforma Tik Tok che associa le canzoni di quest’ultima a estratti di filmati reali della vita di Priscilla.

Dal trailer si può evincere ancora una volta il desiderio da parte di Coppola di voler rappresentare le dinamiche sociali da un punto di vista prettamente femminile. In passato, infatti, la cineasta ha mostrato di saper affrontare con profondità e sensibilità quello che è l’animo femminile, con tutte le sue vulnerabilità e contraddizioni del caso. La regista non solo ha notato delle somiglianze tra Graceland e Versailles, ma afferma anche che Priscilla ha attraversato le fasi della sua giovinezza in un mondo più grande di lei (un po’ come a suo tempo la regina Maria Antonietta a cui la cineasta ha dedicato uno dei suoi più celebri film dalle note rock-pop).
In Marie Antoinette (2006), infatti, la protagonista interpretata da Kirsten Dunst è circondata dal lusso più sfrenato, eppure sembra quasi di essere lì con lei in quel grande giardino pieno di fiori, una donna malinconica e sensibile che si ritrova a dover portare sulle spalle il peso dei doveri e delle frustrazioni e a subirne le conseguenze.

Sincere, sfacciate, innocenti, contraddittorie, intraprendenti e in balia del proprio destino. Le donne di Sofia Coppola non si possono incasellare in un’unica categoria, perché la cineasta vuole offrire una visione quanto più realistica possibile del mondo femminile. La volontà da parte di Coppola di posizionare la donna al centro delle sue opere ha come obiettivo quello di rappresentare la complessità di ogni essere umano. È un cinema femminile ma non necessariamente femminista. Coppola scrive e dirige ciò che conosce: come si può dedurre in L’inganno (2017), infatti, il soldato che è l’unico uomo ad abitare all’interno di un collegio femminile non è mai il vero protagonista, al contrario delle donne e dei sentimenti che quest’ultime provano. Parliamo dunque di donne accomunate da una bellezza eterea ma per lo più da vuoti da colmare (che ognuna di loro riempie in maniera diversa: chi attraverso il lusso, chi attraverso il sesso o, ancora, chi mediante la ricerca smaniosa di qualcuno da amare) e dalla voglia di libertà.

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