Vive le Cinéma – Festival del cinema francese di Lecce

Com’è andata l’ottava edizione della manifestazione diretta da Alessandro Valenti al teatro Paisiello: dal film di Catherine Breillat agli incontri, gli eventi, prospettive sul futuro della rassegna

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Il Festival “Vive le Cinéma”, a Lecce quest’anno alla sua VIII edizione, ideato dal regista e sceneggiatore leccese Alessandro Valenti, dal produttore Angelo Laudisa e dalla critica d’arte Brizia Minerva e promosso dalla Regione Puglia e da Apulia Film Commission, è l’unica rassegna del Sud Italia di promozione e diffusione dei film francesi non ancora distribuiti nel nostro Paese. Con l’ambizione di consolidare i legami creativi con il Sud Italia, far crescere il territorio pugliese tramite il cinema e segnare il primo passo verso un “patto culturale” tra la Puglia e la Francia, prima industria cinematografica Europea e terza al mondo.
Altra mission di Vive le Cinéma è promuovere l’impegno civile e l’integrazione culturale, e ciò riesce bene in un territorio come quello del Salento grazie alla sua posizione geografica. Alessandro Valenti, che abbiamo avuto il piacere di intervistare, ha detto sull’argomento: “Noi viviamo in una situazione di confine senza rendercene conto; siamo una nazione che ha un rapporto con il mare, forse addirittura che si trova proprio in mezzo al mare, ma è come se non capissimo le coordinate geografiche di dove siamo. Noi siamo un posto di frontiera e questo è interessante perché ad esempio l’Italia è un paese che ha una grande tradizione contadina ma dal racconto è escluso completamente dal rapporto con la terra; è un paese che ha un rapporto fortissimo con il mare ma pochissimi film parlano del mare… Anche l’Europa è un continente che ha un rapporto forte con il mar Mediterraneo ma è come se fosse quasi escluso. Allora io penso che l’impegno civile deve essere quello di saper osservare dove si è, come diceva Tolstoj ‘se vuoi essere universale devi guardare il tuo villaggio’, penso che se ci guardiamo intorno e osserviamo il posto in cui siamo capiamo di essere in un posto emblematico dal punto di vista storico e dobbiamo avere anche la capacità di raccontarlo”.
La manifestazione inoltre supporta, all’insegna di una visione pedagogica del cinema, la formazione critica del pubblico, e ancor più dei giovani, tanto da affidare a due giurie di studenti il delicato compito di assegnare i premi alle opere filmiche in concorso. Il programma dell’edizione 2023 (dedicata alla memoria del grande critico cinematografico Michel Ciment, storico direttore della rivista “Positif”) ha previsto dal 6 al 10 dicembre, nella splendida cornice del teatro Paisiello, oltre alla proiezione di lungometraggi, corti e documentari, numerosi incontri, workshop, spazi dedicati alla visual art e all’arte lato sensu. In particolare il Festival è stato articolato in quattro Sezioni, una centrale che comprende i film in concorso; una Sezione curata dal prof. Luca Bandirali, docente di Cinema, fotografia, televisione all’Università del Salento, che ha proposto con Fata Morgana Web una serie d’incontri; la Sezione Spazi Aperti della Visione, a cura di Brizia Minerva, in collaborazione con il Museo S. Castromediano, dedicata alla visual art, con film d’autore e di artisti, video sperimentali, documentari d’arte che offrono una panoramica sugli artisti più innovativi che si sono formati o che vivono in Francia (come Bab Septa e Ali Cherri) e infine la IV Sezione, dedicata agli incontri extra, nell’ambito della quale è stato organizzato un live set, Musica Ficta Live set Larssen, a cura di Gabriele Panico, talentuoso compositore di musica elettronica che ha riprocessato e remixato in chiave disco alcune colonne sonore cinematografiche.
Tra le opere premiate, nella Sezione lungometraggio, L’Été dernier (remake del film danese Dronningen), diretto da Catherine Breillat, già presentato a Cannes lo scorso maggio e selezionato dagli studenti del DAMS UNISALENTO. Al film d’animazione La siréne (la ricerca da parte del quattordicenne Omid, che lavora come fattorino, del fratello scomparso e di una via di fuga dalla città assediata dalla guerra), il cui regista Sepideh Farsi è una delle principali voci dell’attivismo per i diritti umani contro l’autoritarismo del regime di Tehran, è stato assegnato il premio Fraternità dagli ospiti della Casa della Carità con cui il festival vanta una solida collaborazione nel segno dell’inclusione e della cittadinanza attiva. Menzione speciale delle giurie al film L’établi di Mathias Gokalp, che narra la storia di Robert (Swann Arlaud), professore universitario di filosofia, che nell’autunno del 1968, subito dopo il maggio francese da convinto attivista di estrema sinistra decide di continuare la sua lotta facendosi assumere come operaio dalla Citroën. E infine la giuria degli studenti liceali di Lecce ha assegnato il premio per il migliore cortometraggio a Maria Schneider 1983 di Elisabeth Subrin, sull’intervista rilasciata nel 1983 dall’attrice al programma televisivo Cinéma Cinémas, durante la quale la conversazione prende una svolta inaspettata e Maria, sfidando le pratiche dell’industria cinematografica, accetta di parlare del controverso film Ultimo tango a Parigi. Al film è stata riconosciuta l’attualità delle tematiche trattate: dalla violenza sessuale e le sue conseguenze sulla psiche umana alla denuncia dell’industria cinematografica e alla discriminazione etnica e di genere.
E il suo direttore artistico ha già le idee chiare sul motivo ispiratore della prossima edizione e ci confida “sicuramente ci concentreremo sul rapporto tra cinema e storia dell’arte per incentivare il processo di osmosi tra cinema e videoarte e arte in generale, tra cinema e pensiero visivo”.

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