Wanted, di Fabrizio Ferraro

In una Roma dove una organizzazione segreta ha instaurato un nuovo ordine si muovono i destini di tre donne. Un racconto troppo enigmatico con delle atmosfere interessanti. Freestyle

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Una ragazza viene portata in una sala per essere interrogata alla luce di una lampada, come succede in ogni classico poliziesco. Clima di tensione. Paura. Fabrizio Ferraro cerca di costruire una distopia illiberale riducendo la trama di Wanted ad un unico fatto, cioè un arresto, e di raccontare attorno ad esso la città di Roma, svuotata da ogni presenza umana. Questa pulizia è stata effettuata da un misterioso apparato di natura repressiva, composto da inquirenti e collaborazionisti e via dicendo. Menzogne, segreti, telecamere nascoste. L’alba e le strade deserte. Denise Tantucci, la ragazza reclusa, fa parte invece della resistenza, un gruppo, non meno oscuro ed enigmatico, che si oppone a quella che tutti gli effetti è diventata una deportazione, con una voce narrante che ripete le istruzioni da seguire in caso di cattura, negare e cercare una via di fuga, individuare l’elemento debole della catena. Una nebulosa di personaggi, gente che si muove nell’oscurità, uomini che tirano le fila dentro insospettabili sale di controllo, funzionari, potere e corruzione e tradimenti.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Paranoia, esoterismo, elicotteri e ponti desolati, il plot degrada la realtà in un criptico ed enigmatico gioco di potere, dove Cinecittà diventa uno dei centri di detenzione e delle squadre d’assalto armate fanno irruzione nelle strade e nei palazzi alla ricerca di sospettati. Dopo I morti rimangono con la bocca aperta, presentato nella sezione Progressive del Festa di Roma, Ferraro torna in Freestyle con un presagio di controllo, pieno di simboli e metafore. Utilizza i luoghi, come residenze sontuose, semplici uffici, bar di periferia, per qualificare una precisa gerarchia di comando. L’atmosfera rarefatta ed inquietante che ha gli stilemi definiti dal buio e dall’angoscia, riempita di rumori e passi, danno bene la cifra complessiva dell’ esperimento. Meno riusciti i dialoghi, che abbondano di ripetizione evitabili, e poco servono alla sviluppo di una trama già molto scarna, e le scene di interrogatorio che forse qualche close up e qualche dettaglio avrebbero reso con maggiore efficacia. Essendo tutto mistificato e contorto, e con un esile filo narrativo, una maggiore precisione della struttura visiva avrebbe evidenziato aspetti che in tal modo restano poco chiari. Reso ad esempio lo stato d’animo delle persone coinvolte e valorizzato meglio il lato attoriale con una mimica che non fosse limitata alla sola espressione del volto ed avesse una maggiore gestualità corporea. Resta comunque un progetto abbastanza insolito nel panorama italiano, dal sapore quasi fantascientifico alla Philip K. Dick, soprattutto per il coraggio di abbandonare una facile retorica ed adottare un discorso quasi di genere fumettistico per le prospettive spaziali degli ambienti cittadini.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
1 (1 voto)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array