Welcome To The Blumhouse – Arriva l’antologia horror di Prime Video

Da oggi su Amazon Prime Video la serie di quattro lungometraggi horror prodotta insieme a Jason Blum. Ecco le anticipazioni sui vari episodi

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Distribuita su Prime Video da oggi, 6 Ottobre, Welcome To The Blumhouse è il nuovo tassello di Jason Blum nel suo percorso di riscrittura dell’horror come strumento utile a tematizzare le tensioni sociopolitiche del presente. Blumhouse e Amazon hanno concepito un’antologia di quattro lungometraggi affidati a creativi emergenti e appartenenti a minoranze culturali. “Il nostro pubblico è molto vario ed è bello che tutti si confrontino con artisti provenienti dai loro stessi background” ha dichiarato Blum nel corso del panel dedicato al progetto tenuto da Entertainment Weekly il 16 Settembre e a cui sono intervenuti anche i registi coinvolti.

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Blum ha poi rimarcato l’importanza dell’horror in rapporto al contesto contemporaneo: “credo che oggi serva una paura controllabile per contrastare quelle reali e incontrollabili del nostro quotidiano” ha detto il produttore.

Al centro dell’antologia ci sono quindi paure tangibili, legate alla disgregazione della famiglia o a dubbi sulla propria identità. In Black Box di OnseiKouffour Jr. un uomo combatte un mostro dell’inconscio mentre prova a riacquistare la memoria attraverso la tecnologia; in The Lie di Veena Sud, due genitori aiutano la figlia a coprire un omicidio; in Evil Eye di Elan e Rajeev Dassani una madre impazzisce quando si convince che la figlia è in grave pericolo; in Nocturne di Zu Quirke, una prestigiosa scuola di musica è testimone della rivalità tra due gemelle musiciste che raggiunge l’apice grazie ad un taccuino stregato.

Blumhouse

Welcome To The Blumhouse parla al presente anche per la sua volontà di spostare l’attenzione dello spettatore sulla sua interiorità e sulla sua immagine reale, opposta a quella digitale: “con The Lie voglio che il pubblico si chieda cosa farebbe nella stessa situazione” ha spiegato Veena Sud. Dello stesso avviso i fratelli Dassani, per i quali Evil Eye “è un racconto sulla crescita e maturazione individuale attraverso il perdono”.

La libertà della dimensione televisiva trasforma poi ogni lungometraggio in un terreno sperimentale in cui poter giocare con i linguaggi e gli stili, permettendo a Welcome To The Blumhouse di nutrirsi di influssi inediti per il modo produttivo americano: “In The Lie ho voluto mantenere costante un’atmosfera da thriller europeo” ha detto Veena Sud ma il cinema del Vecchio Continente è stato un punto di riferimento anche per Zu Quirke, che con Nocturne guarda a Bergman e Polanski, attingendo anche dal J.Horror e da Satoshi Kon.

Più che un adattamento dell’approccio Blumhouse alla dimensione televisiva, Welcome To The Blumhouse sembra cercare una posizione più centrata rispetto ai film di Jason Blum, in grado di tematizzare più precisamente le tensioni della contemporaneità e di adattarsi linguisticamente ad esse in maniera costante. L’ipotesi è che il cinema teorizzato da Jason Blum, in fondo una eco spostata sull’horror dell’approccio tra intrattenimento e politica della New Hollywood, abbia trovato la sua quadratura in tv.

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